MENTRE LE REGIONI DEL NORD DELIRANO PER SCIARE A NATALE, IN AUSTRIA CI RIPENSANO: “I DATI NON LO PERMETTONO”
L’OMS RICORDA AI CRETINI CHE “IL RISCHIO NON E’ LO SCI, MA GLI AEROPORTI, I BUS, I RESORT, I RIFUGI”
“Per il momento nè in Austria nè in Germania i numeri consentono una riapertura“.
A parlare è Ernst Schoepf, il potente presidente del Consorzio dei comuni tirolesi e sindaco di Soelden, uno dei più importanti centri sciistici della zona.
Nemmeno l’Austria, la patria dello sci alpino, è convinta che aprire gli impianti già per Natale sia la scelta giusta.
Per giorni il governo di Vienna si è opposto all’idea di una chiusura europea, ma ora il fronte di chi chiedeva l’immediato via libera alle vacanze sulla neve si è spaccato. Mercoledì il cancelliere Sebastian Kurz presenterà le misure che regoleranno il turismo invernale, ma sulla data di apertura ancora non ci sono certezze.
Eppure l’Austria, insieme alla Svizzera, era proprio uno dei modelli indicati dalle Regioni alpine, che da giorni premono sul governo e ora chiedono di aprire gli impianti già a Natale per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case.
Anche in Italia, però, non tutti sono sulla stessa linea. “E’ ormai evidente che per l’avvio della stagione sciistica attualmente mancano tutti i presupposti. Dobbiamo lavorare tutti assieme per creare le condizioni per poter partire dopo Capodanno. Per questo motivo chiediamo i ristori per tutti i settori colpiti dallo stop”, ha detto all’Ansa il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher.
Ernst Schoepf, presidente del Consorzio dei comuni tirolesi è rappresentate di un territorio che ha un’economia legata a doppio filo con lo sci e il suo indotto. Inoltre, è membro del Partito popolare austriaco (à–vp), lo stesso del cancelliere Kurz.
In un’intervista alla Tiroler Tageszeitung, mette in guardia da una decisione affrettata. L’obiettivo, ribadisce, è evitare una terza ondata: “L’inverno è lungo. Siamo solo all’inizio. Anche se partissimo solo a gennaio, avremmo ancora parecchio da fare. Per il momento nè in Austria nè in Germania i numeri consentono una riapertura”, spiega il sindaco di Soelden. Che ricorda anche un altro aspetto: “Il 70% dei nostri clienti proviene da paesi che attualmente sconsigliano viaggi verso l’Austria. Non tutti gli albergatori vogliono aprire”. Neanche la ripresa dello sci su larga scala solo per i residenti convince Schoepf: “Non ogni impianto deve essere in funzione“, commenta.
Proprio gli spostamenti dei turisti sono infatti uno dei principali problemi legati allo sci e alle vacanze invernali. “Il rischio non è lo sci in sè ma gli aeroporti, i bus, i resort, i rifugi dove le persone si riuniscono in grandi numeri”, ha infatti sottolineato anche il capo delle emergenze dell’Oms, Mike Ryan, nel consueto briefing sul coronavirus. “Non dovremo ridurre il problema allo sci: i governi devono considerare che ogni attività che implica grosse masse di persone che si muovono deve essere gestita con cura e con un approccio di riduzione del rischio”, ha spiegato Ryan.
Eppure le Regioni alpine hanno presentato al governo una proposta di mediazione che prevede durante le vacanze di Natale “la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche”.
La proposta è firmata dagli assessori al Turismo di Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Bolzano e Trento. Inoltre, è stata condivisa anche dall’Abruzzo.
Di fatto Kompatscher sembra averla però già sconfessata
Sabato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità , Franco Locatelli, in conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia ha spiegato: “Nessuno sottovaluta l’impatto di una chiusura delle attività sciistiche, però i numeri attuali non rendono compatibile una ipotesi di riapertura perchè vorrebbe dire esporre tutto il paese a una ripresa della curva epidemica“.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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