MICHELLE COINCECAO DAL BRASILE: “HO MENTITO PERCHE’ AVEVO PAURA DI LUI, HO RICEVUTO MINACCE”
“SILVIO LA CONDANNA SE L’E’ CERCATA, FINCHE’ AVEVA SOLO NOI MAGGIORENNI TUTTO E’ FILATO LISCIO”…MICHELLE E’ TRA COLORO CHE DOVRANNO RISPONDERE DI FALSA TESTIMONIANZA
“Non ho detto la verità perchè avevo paura di lui, ho anche ricevuto delle minacce”. Michelle Coincecao è una delle oltre venti ragazze per cui il tribunale di Milano ora valuterà la falsa testimonianza.
Lei è la brasiliana a cui viene affidata la marocchina da Nicole Minetti la notte del 27 maggio 2010 dopo il fermo in Questura e le insistenze di Silvio Berlusconi.
Da mesi in Brasile, la donna ha raccontato più volte la sua difficile convivenza con Karima e i resoconti delle serate ad Arcore cui ha partecipato Ruby e a volte anche lei in prima persona.
Inizialmente considerata una testimone chiave, ha perso credibilità dopo aver ritrattato la sua posizione, quando i riscontri investigativi hanno accertato che lei non era presente a Villa San Martino le sere in cui c’era la marocchina.
“Su questo io però non ho mai mentito – garantisce – ho magari evitato di dire delle cose per paura di vendette”.
Ma, aggiunge commentando la condanna, “se l’è cercato lui… fin quando aveva solo noi che non siamo minorenni tutto era più tranquillo. Spero che Ruby paghi per tutto il male che ha fatto, mi dispiace invece per Minetti”.
Poi si dice pronta a “raccontare se servirà qualunque cosa”. Ma ormai è tardi.
Falsa testimonianza. Per lei e le altre ragazze
Ma c’è anche chi si è affacciata nel circo del bunga-bunga e ne è scappata disgustata. Come Melania Tumini.
“So della sentenza, ma come sempre ho altro cui pensare”, evita di commentare.
E gentilmente ringrazia, ma lei, assieme a poche altre ragazze aveva denunciato quello che succedeva ad Arcore: “Un puttanaio”, racconta al telefono al padre e lo ripete ai pm in aula.
Tumini era stata reclutata da Nicole Minetti che la chiama per istruirla in vista della serata: “Ti volevo un attimo briffare. Cioè, ne vedi di ogni, la desperation più totale. C’è gente per cui è l’occasione della vita. Ci sono varie tipologie di… persone. C’è la zoccola, c’è la sudamericana che non parla l’italiano e viene dalle favelas, c’è quella un po’ più seria, c’è quella via di mezzo tipo Barbara Faggioli. E poi ci sono io che faccio quel che faccio, capito? ”.
Melania va, ma ne rimane scioccata.
Come lei si sottraggono al circo del bunga-bunga anche Imane Fadil, Ambra Battilana, Chiara Danese, Maria Makdoum e Natascha Teatino.
Le loro testimonianze hanno permesso di ricostruire il quadro di quanto effettivamente accadeva nella villa dell’ex premier, in quelle che il Cavaliere si ostinava a definire “serate innocenti”, “cene eleganti”.
Ma di altro, appunto, si trattava. Danese e Battilana sono considerate le testimoni chiave. Raccontano di essere state presentate a Emilio Fede.
Insieme si trovano ad Arcore il 22 agosto 2010. Raccontano che erano presenti, fra gli altri, Minetti, Marysthell Polanco, le gemelle De Vivo e Roberta Bonasia.
“Le ragazze si dimenavano, ballavano, cantavano ‘meno male che Silvio c’è’, si facevano baciare i seni dal presidente, lo toccavano nelle parti intime, e poi facevano lo stesso con Fede. Eravamo scioccate, in una situazione più grande di noi. A un certo punto Berlusconi, visibilmente contento, disse ‘siete pronte per il bunga-bunga?’, e tutte in coro hanno urlato ‘Siiii!’”, raccontano le due.
Il Cavaliere “si fece portare una statuetta di Priapo e la fece girare tra le ragazze, chiedendo loro di inscenare un giochino erotico”.
Disgustate se ne andarono e Fede le rispose: “Se volete andare via, va bene, ma non pensate di fare le meteorine o miss Italia”.
Davide Vecchi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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