MIGRANTI , A BRUXELLES PUGNO DURO DELLA FRANCIA: “L’ITALIA DEVE APRIRE I SUOI PORTI ALLE ONG, SE NO NIENTE RICOLLOCAMENTI”
TENSIONE ANCORA ALTA AL VERTICE DEI MINISTRI DEGLI INTERNI EUROPEI: “HOTSPOT IN AFRICA? NON HANNO MAI FUNZIONATO, INUTILE FARSI ILLUSIONI”
La Francia si impunta. I toni del ministro Gerard Darmanin dopo la crisi tra Roma e Parigi per l’approdo della Ocean Viking sono ancora molto tesi.
“Se l’Italia non prende navi, non accetta la legge del mare, non c’è più motivo di fare i ricollocamenti. Non possono Francia e Germania sia prendere i migranti delle navi e fare i ricollocamenti – ha esordito Darmanin presentandosi ai giornalisti ancor prima dell’inizio della riunione dove per la prima volta dal braccio di ferro sulla Ocean Viking reincontra Matteo Piantedosi che anche al G7 di Wiesbaden aveva minimizzato la tensione con la Francia.
Ma Darmanin insiste: l’Italia deve aprire i porti alle Ong. “Bisogna ricordare a tutti qual è il diritto del mare, evidenziare che le Ong che operano nel Mediterraneo si trovano lì evidentemente per salvare le persone e in nessun caso possono essere equiparate ad organizzazioni di passaggio e, infine, bisogna ricordare che i Paesi del Sud del Mediterraneo devono aprire i loro porti perchè a volte ci sono imbarcazioni delle ong che attraversano le loro acque territoriali e alle quali non vengono aperti i porti”, ha detto.
La riunione dei ministri dell’Interno sarà interlocutoria, non si chiuderà con nessuna decisione ma servirà per mettere sul piatto il piano d’azione per il Mediterraneo centrale proposto dalla commissione europea che – hanno fatto sapere oggi i commissari – ne stanno preparando un altro anche per la rotta balcanica.
Le divergenze sembrano ben più delle convergenze. Le dichiarazioni alla stampa dei ministri prima del vertice ne sono la cartina di tornasole.
“I ricollocamenti funzionano, vanno solo velocizzati . Non è vero che il meccanismo di solidarietà con i ricollocamenti volontari non stia funzionando. Facciamo il trasferimento su base più o meno giornaliera o almeno settimanale. Quello che dobbiamo fare è migliorare la velocità perché abbiamo visto alcuni colli di bottiglia nei sistemi su questo”, ha detto la commissaria europea Ylva Johansson nonostante i soli 117 migranti sugli 8.000 promessi che da giugno a oggi hanno lasciato l’Italia per Francia, Germania e Lussemburgo
Sul tavolo c’è anche un nuovo codice di condotta per le navi umanitarie. Lo conferma il vicepresidente Margaritis Schinas. “Dobbiamo lavorare con le Ong, ma in modo ordinato, in modo da rispettare anche i nostri Stati membri e strutturare le operazioni di ricerca e salvataggio in un metodo costruttivo”, ha aggiunto. “Se questo richiede un quadro più strutturato, come un codice di condotta, lo sosterremo”, ha aggiunto Schinas che non crede invece nella possibilità di aprire hotspot in Africa dove filtrare i migranti facendo partire per l’Europa solo chi ha i requisiti per l’asilo. “La Commissione precedente ha provato questo metodo e non ha funzionato. Non vedo come possa funzionare ora”, ha tagliato corto Schinas.
(da agenzie)
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