MIGRANTI, IL GIUDICE DI CATANIA ANNULLA IL TRATTENIMENTO: “L’EGITTO NON E’ UN PAESE SICURO, VA SEMPRE VERIFICATA LA COMPATIBILITA’ CON IL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA”
ANCHE IL TRIBUNALE DI ROMA DISAPPLICA IL DECRETO E RINVIA ALLA CORTE UE IL CASO DI UNO DEI 12 TRATTENUTI A SUO TEMPO IN ALBANIA
Mentre sta per iniziare l’assemblea di Anm a Bologna convocata dai giudici del Tribunale di Bologna criticati dal governo perché hanno inviato alla Corte di giustizia europea il caso di un migrante del Bangladesh affinché la corte si esprimesse sulla condizione di Paese sicuro, arrivano nella sala delle colonne due importanti notizie.
Una dal tribunale di Catania che ha stoppato il rimpatrio di alcuni migranti in Egitto perché non lo considera Paese sicuro. Una decisione presa in autonomia, senza neppure rivolgersi alla Corte europea.
L’altra notizia arriva dal tribunale di Roma e riguarda uno dei 12 migranti del centro in Albania: i giudici romani hanno inviato alla corte di giustizia europea la richiesta di intervenire su Bangladesh come Paese sicuro, partendo dal presupposto che non è ritenuto tale.
Una lista di paesi sicuri «non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità» di tale «designazione con il diritto dell’Unione europea» e «in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani» che «investono le libertà di un ordinamento democratico».
Lo scrive il Tribunale di Catania nel provvedimento con cui non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall’Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. «È la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri», commenta il legale del migrante, l’avvocata Rosa Emanuela Lo Faro
L’Egitto rientra nell’elenco dei 19 Paesi che in base all’ultimo decreto varato dal governo Meloni è considerato «sicuro»: questo. nelle intenzioni del legislatore dovrebbe consentire l’espulsione «per direttissima» del migrante, senza esaminare la domanda di protezione. Ma questa norma, come era già stato fatto notare da un provvedimento del tribunale di Bologna di pochi giorni fa contrasta con una sentenza della Corte di giustizia Ue e di una direttiva comunitaria
Intanto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia prima di aprire i lavori interviene con i cronisti sullo scontro tra magistrati e governo: «C’è clima di tensione che va stemperato. Lo scontro deve cessare. Le ultime parole del mondo politico e ti certa stampa sono intollerabili. Non si tratta di essere toghe rosse, ma di accettare la giustizia europea. Il potere giudiziario è indipendente dal governo. I magistrati non devono essere consonanti del governo. Assemblea aperta a tutti cittadini perché il tema della democrazia riguarda tutti. La Corte dei conti potrebbe indagare sui conti del centro in Albania. Noi abbiamo un altro compito: abbiamo diritto e dovere di lavorare in modo indipendente e non sottoposto a certa stampa. Se la serenità non ci arriva da fuori ce la diamo da soli. Una volta erano toghe rosse delle procure ad essere attaccati (periodo Berlusconi) ora sono i giudici. Oggi attacchi a tutta la giurisdizione
(da agenzie)
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