MIGRANTI, LA CASSAZIONE BACCHETTA IL VIMINALE: “SPETTA AI GIUDICI VALUTARE SE UN PAESE E’ SICURO”
“E I GIUDICI POSSONO DISAPPLICARE I DECRETI”
Con una sentenza di oggi, giovedì 19 dicembre, la Cassazione – pronunciandosi su un caso precedente all’individuazione dei cosiddetti “Paesi sicuri” da parte del governo Meloni su un mancato riconoscimento di protezione internazionale per un cittadino tunisino – ha stabilito che i giudici possono valutare «se un Paese sicuro per un richiedente asilo lo è davvero e possono disapplicare i decreti se ci sono ragioni che minano l’incolumità di chi cerca protezione internazionale».
Nel luglio scorso, scrive la Repubblica, i giudici del tribunale di Roma avevano inviato un rinvio pregiudiziale alla Corte suprema per chiedere se, nel caso in cui un richiedente asilo presenti ricorso contro il rigetto della sua domanda d’asilo poiché proveniente da un Paese sicuro (nel caso specifico la Tunisia), il giudice ordinario «sia vincolato alla designazione ministeriale di Paese sicuro o debba valutare sulla base di informazioni sui paesi di origine aggiornate al momento della decisione, se il paese incluso nell’elenco sia effettivamente tale alla luce della normativa europea e nazionale».
E dalla sentenza odierna della Cassazione viene stabilito che «un giudice può valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale il decreto ministeriale recante la lista dei Paesi di origine sicuri allorché la designazione operata dall’autorità governativa contrasti in modo manifesto con i criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea o nazionale».
Per i giudici, inoltre, nel caso in cui «abbia adeguatamente dedotto l’insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova, la valutazione governativa circa la natura sicura del Paese di origine non è decisiva, sicché non si pone un problema di disapplicazione del decreto ministeriale».
(da agenzie)
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