MIGRANTI, SI SVUOTANO I CENTRI IN ALBANIA: LICENZIATI I LAVORATORI
IL GOVERNO AVEVA ANNUNCIATO CHE IL PROGETTO SAREBBE ANDATO AVANTI, MA I CONTRATTI SONO STATI ANNULLATI… COSA ASPETTA LA CORTE DEI CONTI A MANDARE IL CONTO DI QUESTA PAGLIACCIATA A CASA DI CHI L’HA VOLUTA A SPESE DEGLI ITALIANI?
Da sabato nei centri per migranti in Albania rimarranno solo pochi poliziotti di guardia e qualche medico. Per tutti i lavoratori della Medihospes, la società che ha in gestione i centri di Shwngjin e Gjader, scatta il licenziamento.
La notizia, anticipata da Il Domani, conferma che il governo ha rinunciato all’utilizzo dei centri per il trattenimento dei richiedenti asilo. Se dovesse andare in porto la modifica in Cpr, a cui da giorni stanno lavorando gli uffici legislativi di Palazzo Chigi e Cpr, sarebbe infatti necessario bandire un nuovo appalto con caratteristiche del tutto diverse. In Italia infatti la gestione dei Centri per il rimpatrio è affidata a società private e multinazionali, con costi già esorbitanti (30 milioni di euro in due anni per i 10 cpr italiani) che in Albania sarebbero di fatto triplicati.
Ma torniamo al licenziamento di quasi tutti i dipendenti dei centri albanesi. Nella lettera ricevuta dai lavoratori, Medihospes cita come causa del licenziamento “una serie di pronunce giudiziarie contraddittorie e non conformi agli orientamenti della Corte di cassazione italiana nonché l’impossibilità momentanea di accogliere nuovi flussi di migranti”.
I contratti dunque – prosegue la lettera – “sono considerati risolti a partire dal 15 febbraio in attesa di una suzione giuridica stabile e definitiva”. A conferma dunque che per il momento l’operazione Albania si ferma.
(da La Repubblica)
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