MIMMO LUCANO, UN MARZIANO DA RIACE A STRASBURGO
“LA POLITICA E’ CAMBIARE IL MONDO DAL BASSO”
Giacca, cravatta, scarpe eleganti, e magari occhiale di ultima tendenza. Al Parlamento europeo è tutto un ribollire di riunioni, votazioni, conciliaboli, da cui dipenderà il destino di questa legislatura, e per quasi tutti gli eurodeputati è tempo d’indossare la “divisa” d’ordinanza e il tono serio di chi deve dedicarsi a duri negoziati politici.
E poi c’è un marziano, sbarcato a Strasburgo direttamente da Riace: Mimmo Lucano: polo azzurra, sguardo speranzoso ma disorientato. Alla guida del “suo” Comune calabrese Lucano è tornato da un mese esatto, dopo sei anni di lontananza forzata a causa dei processi subiti per i presunti reati nella costruzione di quel sistema d’accoglienza che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Inchieste da cui alla fine è uscito infine in gran parte pulito – la sentenza-choc a 13 anni e 2 mesi di reclusione per truffa, peculato, falso ideologico e abuso d’ufficio ridimensionata in appello a un anno e mezzo, con pena sospesa, per falso in atto pubblico; l’assoluzione da tutte le altre accuse.
Una riabilitazione giuridica e politica che gli ha consentito nei mesi scorsi di accettare la proposta di Alleanza verdi e sinistra di correre per uno scranno da eurodeputato. 150mila i voti con cui ha contribuito all’exploit della lista di Fratoianni e Bonelli, e che l’hanno portato da dritto al Parlamento europeo. Un mondo nuovo, diverso, in cui ora dovrà farsi strada – tra buoni propositi e scetticismo. Con una compagna di strada che già sembra essersi scelto: Ilaria Salis.
La politica dal basso e i dilemmi in Europa
«Sono pieno di emozioni», confessa Lucano a Open. «Tante emozioni come in ogni cosa nuova, e come in tutto quel che è per me la politica». La matrice chiave del suo operare resta quella locale, del territorio, del rapporto con le persone e col «riscatto sociale», dice a più riprese: «La prima volta che ho fatto il sindaco è stata per me un’esperienza indimenticabile. La consapevolezza di dare a poco a poco il proprio contributo per cambiare il mondo, questo per me è il senso della politica. E più i villaggi sono piccoli, più c’è questo senso: la politica in fin dei conti è un rapporto umano diretto con le persone». Quando gli facciamo notare che potrebb’essere più difficile mantenere questo tipo di concezione della politica da europarlamentare, Lucano allarga le braccia, la risposta resta sospesa. Si rifugia nella rievocazione della sua traiettoria umana e politica, poi viene all’oggi, e a tutti i dubbi collegati: «Io non ho chiesto il voto a nessuno. Sapete quanto ho speso per le mie due campagne elettorali? Per quella da sindaco 50 euro per le fotocopie, per il Parlamento europeo praticamente nulla, ci ha pensato il partito». Lascia intendere di essersi lasciato convincere, Lucano, per dar forza alla proposta di Avs, anche se il cuore sta altrove. «Questo marketing politico asfissiante ha stancato, la gente non va a votare, anche io tante volte sono stato uno che non ha votato», dice Lucano, sempre controcorrente. Insopportabile, ai suoi occhi, «la politica fatta come fosse l’apertura di un’attività commerciale».
Il no a Von der Leyen e la linea su Ucraina e Medio Oriente
Ora che è in ballo, però, Lucano deve ballare. E immergersi quindi nei dossier, fare scelte politiche, stringere amicizie e alleanze a livello Ue. Che farà giovedì al momento del voto su Ursula von der Leyen? Voterà senza dubbio no, come ampiamente annunciato. E con scarso imbarazzo per il fatto che una buona fetta di chi è stato eletto nella sua stessa lista italiana – i Verdi – probabilmente invece voteranno sì («Chiedete a loro»). Che cos’è che rende invotabile Von der Leyen, gli chiediamo? «Per me l’Europa che resta silente, indifferente rispetto al genocidio del popolo palestinese, e continua a produrre e inviare armi», risponde Lucano. Che stamattina, in tema di politica internazionale, dovrà fare la sua prima vera scelta politica, quando si troverà a dover votare sulla proposta di risoluzione di sostegno all’Ucraina predisposta dai partiti “di governo” Ue. Che farà? «Devo confrontarmi con il mio gruppo su questo», risponde il sindaco di Riace, quasi scusandosi subito dopo dell’espressione troppo “diplomatica”. Di certo, in questa ed altre scelte complicate, avrà al suo fianco due giovani donne ora parte dello stesso gruppo politico come Ilaria Salis e Carola Rackete. «Con entrambe c’è stata da subito una spontanea empatia, istintiva, ma poi supportata anche dalle parole che ci siamo detti. È come appartenere ad uno stesso orizzonte».
(da Open)
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