MINEO: “HANNO MESSO LA VOLPE A GUARDIA DEL POLLAIO, UN INSULTO A CHI HA VOTATO PER IL RINNOVAMENTO”
IL DISSENSO DI UNA PARTE DEL PD PER LA NOMINA DI NITTO PAOLA ALLA GIUSTIZIA E DI MATTEOLI ALLE COMUNICAZIONI
Corradino Mineo, ex direttore di Rainews24 e ora senatore del Pd, è a cena quando lo raggiunge la notizia che il suo partito avrebbe chiuso l’accordo con il Pdl sulle commissioni parlamentari.
A Berlusconi le presidenze della commissione Giustizia e di quella Lavori Pubblici di palazzo Madama, che ha la competenza sulle Comunicazioni.
Ovvero sulle televisioni.
A Mineo va di traverso il boccone.
È così, se ne faccia una ragione. Amareggiato?
«Amareggiato per una modestissima trattativa partitocratica? Non ci penso neppure. Anche perchè vedo grandi spazi per lanciare una politica diversa».
Diversa dalle larghe intese?
«Più che il governo delle larghe intese mi pare che questo stia diventando il governo delle ampie divisioni. Ha visto lo scontro sul ministro Kyenge?».
Stiamo al tema, le presidenze delle commissioni. Nitto Palma alla Giustizia e Paolo Romani alle Comunicazioni (alla fine ci andrà Matteoli, sempre Pdl n.d.r.) . Che ne dice?
«Non ci credo. Questi due nomi sono un insulto a tutti quegli italiani che hanno chiesto, con il loro voto, un rinnovamento della politica e un sistema dei media liberato dagli interessi oligopolistici».
Una provocazione dunque?
«Esatto, una provocazione. Di più: Nitto Palma è quello che vorrebbe mettere la mordacchia ai giornalisti e pensa che la magistratura non debba disturbare il manovratore. Immaginare di eleggere l’ex Guardasigilli di Berlusconi alla Giustizia per me è una proposta oscena».
Per lei non è potabile.
«Per me no».
C’è il voto segreto, potrebbero non passare nelle votazioni…
«Con una maggioranza così larga la vedo difficile. Ma, le ripeto, non me ne importa più di tanto».
Prima si indigna poi se ne lava le mani?
«Ma no, è che guardo oltre questo accordicchio. Pensando più in grande, non mi pare che questo governo sia in grado di far scendere una coltre di ghiaccio sul paese. Ci sono tante cose da fare in Parlamento, a partire dallo ius soli».
E il conflitto di interessi?
«Certamente, anche quello. Anzi proprio una legge severa sul conflitto di interessi può essere la migliore risposta a questa provocazione delle commissioni».
Senta Mineo, il Pd ha fatto un accordo con il Pdl per il governo. Perchè mai non dovrebbe farlo per le presidenze di commissione?
«Infatti questo mostriciattolo è solo l’epifenomeno di un problema più generale. Che nasce il giorno in cui sono andati in ginocchio a chiedere a Napolitano di ricandidarsi. Io ero contrario, come si sa».
Lei in quale commissione andrà ?
«Sarei andato volentieri nella Affari costituzionali, ma pare che non ne sia degno. Allora mi metteranno alla Cultura. Ora voglio proprio vedere cosa accadrà sulle commissioni bicamerali. Me lo devono dire in faccia che non vado bene per la Vigilanza Rai»
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
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