MIRACOLO DI NATALE A NAPOLI: L’AMORE E IL PERDONO INCANTANO MONTESANTO
ANTONIO E’ UN COMMERCIANTE AMATO NEL QUARTIERE, SUBISCE UNA RAPINA E LO STRONCA UN INFARTO… IL RAPINATORE NON E’ UN CRIMINALE, SI PENTE E SI CONSEGNA… L’INCONTRO E L’ABBRACCIO DEI FIGLI
“Incantesimo napoletano”. Il titolo è di una bella commedia di Paolo Genovese.
Se dovessimo dare un titolo a quel che è accaduto a Napoli, dovremmo chiedergli di darcelo in prestito.
Per raccontare un miracolo, un incantesimo. La vita è così, alzi gli occhi al cielo per guardare se continua a suggerirti tempesta, e all’improvviso il nero del cielo si apre tagliato dalla lama del sole.
E’ quel che è accaduto a Napoli, nel popolare quartiere di Montesanto. Il sole ha attraversato le vetrate della chiesa di Santa Maria, ma tutto è cominciato con un tentativo di rapina.
Uno come tanti altri, sul margine pericoloso della vita quando la vita è un secchio per i rifiuti.
Antonio Ferrara è un commerciante amato e conosciuto nel quartiere, subisce una rapina, si sente male, lo stronca un infarto.
Il rapinatore non è un criminale, come sbrigativamente il nostro tempo passerebbe ad etichettare. Si pente, è distrutto per la morte che ha causato, si consegna. Ha sbagliato e vuol pagare, ricostruire, provare a ricostruire una vita sempre difficile.
Arriva il giorno dei funerali, c’è tutto il quartiere, la gente piange Antonio.
All’altare don Michele, il prete del quartiere, ricorda Antonio, e racconta del pentimento e di un giovane che è venuto in chiesa, il figlio del rapinatore pentito.
Ha chiesto a don Michele Madonna di poter incontrare Pietro, uno dei figli della vittima della rapina.
Don Michele parla col figlio del commerciante, Pietro accetta. I due si incontreranno. Si incontrano, si abbracciano, le lacrime dell’uno e dell’altro. Tutto nel riserbo che un incontro così drammatico, intimo, intenso e bello richiede.
Dall’altare don Michele racconta l’incontro e l’abbraccio, lo indica a tutti come esempio, come modello di una umanità diversa, non incattivita come quella che sta dominando i nostri giorni.
“Un piccolo miracolo”, dice don Michele. “Un frutto di Antonio, suo figlio Pietro – racconta – si è incontrato con il figlio di questa persona che ha chiesto perdono… Parlatene a casa, nelle scuole… Noi, popolo napoletano abbiamo scelto la vita, la speranza, la pace”. Tra i banchi della chiesa sono lacrime e applausi
Un miracolo che meriterebbe la prima pagina, un miracolo che ci suggerisce che c’è ancora spazio per sperare:
Un miracolo che ci racconta anche di una città , Napoli, difficile ma straordinariamente capace di incantare.
Ci racconta, aggiungiamo, di una Chiesa, la migliore, quella che condivide le pieghe e le piaghe della vita dei poveri Cristi.
E sa indicare il bene e il male.
(da Globalist)
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