MONI OVADIA, EBREO, FINISCE AL CENTRO DELLE POLEMICHE PER LE SUE OPINIONI IN MERITO ALLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE: “TEL AVIV LASCIA MARCIRE LE COSE PER CANCELLARE LA STESSA IDEA CHE I PALESTINESI ESISTANO. LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE È COMPLICE: QUESTI SONO I RISULTATI”
VENGONO CHIESTE LE SUE DIMISSIONI DA DIRETTORE DEL TEATRO COMUNALE DI FERRARA, VIETATO DISSENTIRE DAL PENSIERO UNICO
È durissimo con lo Stato di Israele, l’intellettuale e musicista Moni Ovadia, ebreo, direttore del Teatro comunale di Ferrara, da sempre molto critico con le politiche dello Stato ebraico: «Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esiste, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano; e la comunità internazionale è complice: questi sono i risultati».
Ovadia, dopo aver premesso che «la morte anche di una sola persona, sia essa israeliana o palestinese, è sempre una tragedia e va condannata con tutte le forze», punta il dito contro la politica del governo israeliano e del premier Netanyahu, a seguito dell’attacco missilistico di Hamas e la risposta annunciata da Tel Aviv. Un’altra presa di posizione netta di un intellettuale che, dopo quella dello studente egiziano Patrick Zaki, suscita polemiche.
Il Presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi commenta: «Le istituzioni culturali ferraresi hanno il dovere di sostenere il diritto di Israele ad esistere. Ogni altra considerazione umana e politica sui diritti dei palestinesi non può essere invocata. In un momento come questo, Vittorio Sgarbi richiama Moni Ovadia, nel suo ruolo istituzionale, al contegno e alla umana pietà per le vittime innocenti, che sono posizioni necessarie e preliminari a qualunque riflessione politica».
(da agenzie)
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