MPS: LA PISTA DELLA MAXI TANGENTE PER L’ACQUISTO DI ANTONVENETA
L’ESBORSO DEL MONTE DEI PASCHI PARI A 10,1 MILIARDI SAREBBE STATO APPESANTITO DA UNA MAZZETTA… IL PAGAMENTO DIVISO SU DUE CONTI CORRENTI: VIA ALLE ROGATORIE PER ACCERTARE LA VERITA’
Il “peccato originale” fu l’acquisto di Antonveneta dicevano gli analisti finanziari e ora sembrano essersene sempre più convinti gli inquirenti di Siena.
Ma a quel peccato, commesso ormai cinque anni fa da Monte dei Paschi per l’acquisto dell’istituto veneto già al centro di un caso giudiziario, potrebbe essere gravato anche da un altro reato: la corruzione.
Ovvero il pagamento di un maxi tangente, tra uno e i due miliardi di euro perchè l’”affare” tra Mps e Santander, che vendeva, andasse a buon fine.
L’esborso di Mps, ben 10,1 miliardi come da bilancio, sarebbe stato, come riportano il Sole24ore e la Repubblica, appesantito da una mazzetta.
Il pagamento, stranamente, fu diviso su due conti correnti: 7 miliardi su uno, due miliardi su un altro.
Soldi che potrebbero essere passati dall’Inghilterra per arrivare in Brasile. E forse rientrare, in parte in Italia, attraverso lo scudo fiscale.
Tra le risposte che gli investigatori della Finanza cercano, e alcune rogatorie sarebbero state portate a termine in Spagna, Brasile e Regno Unito, anche il motivo della cessione di Interbanca (la banca d’affari braccio operativo della popolare padovana) poi riacquistata dalla banca spagnola e ceduta a GeCapital.
Se Mps non avesse pagato così tanto l’istituto veneto, forse non avrebbe dovuto giocare la rischiosissima carta dei derivati per coprire i buchi causati dagli strumenti strutturati Alexandria e Santorini.
Il pasticciaccio brutto dei derivati ha quindi riportato d’attualità l’inchiesta della primavera dell’anno scorso, e che aveva subito un’accelerata in autunno, sull’anomala acquisizione. Nell’inchiesta ci sono quattro indagati, tra cui tre componenti dell’ex collegio sindacale, cui viene contestato di aver esposto false informazioni alla Banca d’Italia) che chiedeva delucidazioni sulla ”compatibilità della complessiva operazione di rafforzamento patrimoniale da 1 miliardo di euro nel core capital”) e ostacolo all’organo di vigilanza.
Un’altra ipotesi di reato, questa contro ignoti, riguardava la possibilità di una manipolazione del mercato sul titolo del Monte nei mesi precedenti ovvero l’aggiotaggio.
A questa si potrebbe aggiungere ora la corruzione.
Intanto per ora l’inchiesta sembra, come sostiene il Corriere della Sera, anche allargarsi su presunti maxi premi ai manager dell’affarre.
Ora forse in finale di partita si aggiunge anche la più classica delle prerogative italiane negli scandali: una tangente.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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