MUORE UN ALTRO MEDICO A BERGAMO: IN TUTTO SONO 44
CONTINUA AD ALLUNGARSI LA LISTA DEI DECESSI TRA I CAMICI BIANCHI… I CONTAGIATI SONO 6.205
Continua ad allungarsi la lista dei decessi tra i camici bianchi per l’epidemia di Covid-19, aggiornata dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo): è deceduto a Bergamo il dottor Giulio Calvi.
Il totale dei medici che hanno a oggi perso la vita per contagio da nuovo coronavirus arriva dunque a 44.
Assomiglia sempre di più ad un bollettino di guerra la lista dei medici deceduti. I contagiati sono 6.205 contagiati, ma è un dato destinato a crescere.
I dispositivi di protezione individuale dpi continuano ad essere carenti o mancare del tutto ma ora i camici bianchi sono stanchi di attendere.
Per questo la loro protesta approda sulle pagine della prestigiosa rivista scientifica British medical journal BMJ: “Chiediamo misure immediate – è il loro monito -. Subito test veloci e tamponi”.
A parlare a nome dei medici italiani è il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli che, nella lettera pubblicata su BMJ, lancia un appello.
Precise le richieste dei medici: sbloccare immediatamente le forniture di dpi ed eseguire test a risposta rapida, seguiti da tamponi, in maniera sistematica a tutti gli operatori sanitari nel pubblico e nel privato che mostrano sintomi di infezione da Covid-19 anche lieve e in assenza di febbre o che sono stati in contatto con casi sospetti o confermati.
La Fnomceo chiede dunque un doppio screening prima con test veloci validati e poi con tamponi settimanali, a tutela di sanitari e pazienti e per controllare l’andamento dell’epidemia.
E poi, garantire finalmente adeguati dpi: “Continuano a scarseggiare o – scrive Anelli – ad essere centellinati in maniera inaccettabile nel bel mezzo di un’epidemia a cui pure l’Italia si era dichiarata pronta solo a fine due mesi fa”. E proprio la questione dei dpi, dalle mascherine a visiere e guanti, continua a far discutere: nuove scorte sono state annunciate e sono in arrivo, ma intanto i medici sono costretti a fare i conti con una drammatica carenza che li costringe, non si stanca di ripetere Anelli, a “combattere a mani nude contro il virus”.
Problemi di produzione e approvvigionamento che hanno spinto la Procura di Torino ad aprire un’inchiesta sulla carenza di dpi per medici e infermieri.
A sostegno della richiesta di adeguate protezioni è il direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Raniero Guerra, che ribadisce come gli operatori sanitari ne vadano assolutamente dotati. Quanto ai tamponi, “vanno effettuati su categorie mirate, oltre che, ovviamente – afferma – proprio sugli operatori della sanità ”.
Misura che verrà attuata dalla Lombardia, dove da lunedì medici e infermieri controlleranno la temperatura e faranno i tamponi se hanno più di 37.5 di febbre. Quanto ad un utilizzo esteso dei tamponi sulla popolazione, ciò è ritenuto “inappropriato” da Guerra.
E il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che “sull’utilizzo dei tamponi i protocolli sono indicati dall’Oms, sui tamponi decide la scienza”. Per il viceministro Pierpaolo Sileri, invece, “un numero di tamponi più alto è necessario almeno per tutti quelli che hanno sintomi anche lievi e per chi è stato in stretto contatto con soggetti positivi” e sono anche “necessari tamponi-sentinella a soggetti asintomatici che sono nelle zone dei focolai”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply