MUSSOLINI, BERLUSCONI, L’IMU E IL GASLINI: CHE FINE AVREBBE FATTO IL CAVALIERE DURANTE IL VENTENNIO
DEDICATO ALLE MACCHIETTE DI OGGI CHE PARLANO DI VALORI IDENTITARI, SALVO INDOSSARE LA LIVREA DA MAGGIORDOMO ALLA CORTE DI UN PREGIUDICATO
L’immagine della destra farlocca berlusconiana è tutta nella tragicomica farsa che sta andando in scena da giorni: il Cavaliere pareggia le elezioni promettendo di restituire l’Imu del 2012 e di eliminare la tassa per il 2013.
Otto milioni di italiani si fidano e lo votano: non vedranno mai la somma versata per il 2012, nonostante la promessa “piuttosto ve la restituisco di tasca mia”, e per ora non hanno pagato solo la prima rata del 2013.
La media pro-capite della tassa è di circa 200 euro a testa, basterà aumentare l’accise sul tabacco o sugli alcolici, oppure inglobare l’Imu nella nuova Tarsu e la somma risparmiata da una parte gli sarà fottuta dall’altra.
Contenti loro, contenti tutti?
Manca un piccolo dettaglio identitario della destra farlocca: la battaglia dei 72.000.
Di che si tratta?
In soldoni il governo propone di eliminare l’Imu, salvo a chi possiede case di lusso, in pratica l’85% sarebbe esente, il 15% pagherebbe.
Giustamente qualcuno a sinistra si ricorda per una volta le proprie origini e si chiede per quale motivo uno che ha un mega-attico in centro non dovrebbe pagare l’Imu.
E sapete quante sono, secondo i dati ufficiali comunicati dal ministro Dal Rio, le case di lusso in Italia? Appena 72.000, appunto.
La destra farlocca che ha preso 8 milioni di voti (come la sinistra patacca) invece che considerare equa la soluzione che fa?
Dice no perchè deve tutelare i 72.000 milionari, alla faccia dei poveracci che l’hanno votata.
E chi rappresenta questa destra farlocca meglio di un frodatore del fisco condannato in via definitiva a 4 anni di galera?
Facciamo un salto nel passato, primi anni del fascismo, siamo a Genova dove opera Gerolamo Gaslini, il re degli oli vegetali, il cui nome è legato alla costruzione dell’ospedale pediatrico intitolato alla figlia Giannina, morta undicenne nel 1917.
La storia è poco nota ai non genovesi: dal 1927 al 1942 Gaslini dichiara al fisco 37 milioni di utili in totale.
Poco più di due milioni l’anno nei primi dieci anni.
Quando Mussolini seppe che un controllo fiscale aveva accertato una enorme evasione fiscale da parte dell’imprenditore, lo convocò e gli offrì una sola alternativa.
Costruire a sue spese un ospedale per bambini all’avanguardia nel mondo per curare i piccoli senza distinzione di fede, razza (meditate, razzistelli, meditate…) e classe sociale (riflettete pseudo-fascistelli da bar…), per fare ricerca scientifica e formare medici e infermieri a quel compito particolare.
Il tutto al “modico” costo di 64 milioni dell’epoca, il doppio degli utili dichiarati (non delle tasse pagate) in 16 anni da Gaslini, cifra che dovette cacciare sul’unghia.
E la struttura venne inaugurata nel 1938 (non come gli ospedali che il Cavaliere da dieci anni ci racconta di voler costruire in Africa, tanto per capirci).
Ah già , dimenticavamo: Mussolini, primo in Europa, costruiva le case popolari, non tassava i poveri per esentare i ricchi.
Forse la differenza sta qua.
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