NAPOLI, RISORGE LA CITTA DELLA SCIENZA: L’INNOVAZIONE SFIDA LA CAMORRA
A QUATTRO ANNI DALL’INCENDIO SI INAUGURA CORPOREA
A sud si vede lo scheletro nero di quella che fino all’incendio del 4 marzo 2013 era la Città della Scienza, un gioiello da 350mila visite l’anno e uno dei migliori musei scientifici d’Europa.
Quattro anni dopo è ancora lì con il suo carico di macerie e misteri irrisolti.
A nord si staglia la carcassa dell’Italsider, un altro mostro arrugginito, quello che resta del sogno di una Napoli capace di creare posti di lavoro per tutti.
Al centro di questa desolazione ora c’è Corporea, il primo museo interattivo in Italia interamente dedicato al corpo e alla salute, una sfida contro i voleri della criminalità organizzata, i mandanti ancora senza nome nè volto delle otto bombe che in mezz’ora cancellarono la Città della Scienza e le sue promesse di un futuro migliore.
Il futuro migliore si inaugura domani, a quattro anni esatti dal rogo, con ministri e alte cariche dello Stato in visita.
Domenica il museo aprirà al pubblico e ha già 180mila prenotazioni.
«Il nostro obiettivo è arrivare a 250mila visitatori l’anno», spiega Vincenzo Lipardi, consigliere di Città della Scienza. In realtà si punta molto più in alto.
«Puntiamo alla riapertura della Città della Scienza entro il 2020 e a raddoppiare così il numero dei visitatori», promette il direttore Luigi Amodio.
Progetti ambiziosi ma i protagonisti di quest’avventura sanno bene qual è il potenziale della vecchia struttura che prima o poi verrà ricostruita: dopo l’incendio oltre 400mila cittadini, scuole, aziende, comunità locali hanno fatto a gara per donare piccoli contributi, permettendo di raccogliere circa 2 milioni di euro.
E’ stata la più grande operazione di crowdfunding mai realizzata in Italia e ha permesso di far andare avanti comunque una parte di attività in questi anni.
Ma c’è grande fiducia anche in quello che si riuscirà a fare con Corporea, un altro pezzo di questa Città nel deserto di Bagnoli, immaginata già trent’anni fa anche se solo ora vede la luce.
«Trasformare l’economia dell’acciaio in economia della conoscenza» era l’obiettivo di Vittorio Silvestrini, il fisico che ha inventato l’intera struttura. E Corporea intende mantenere la promessa annunciandosi come una struttura unica in Europa, un viaggio virtuale nel corpo umano «considerato non come l’immagine della perfezione riprodotta da Leonardo da Vinci ma come il nostro corpo con i suoi apparati e i suoi meccanismi», spiega Carla Giusti, una delle curatrici di Corporea.
A disposizione ci sono 5mila metri progettati dall’architetto Massimo Pica Ciamarra con 23,9 milioni di euro (18,6 sono fondi europei disposti dalla Regione e 5,3 a carico di Città della Scienza).
14 isole tematiche e oltre 100 postazioni, esposizioni e macroinstallazioni per raccontare i meccanismi umani usando i più moderni strumenti multimediali, digitali e sensoriali.
Ad ogni metro si incontrano robot, postazioni multimediali, giochi interattivi, video e tavole. Ci si trova a viaggiare lungo un’arteria per scoprire l’apparato circolatorio. Si passa accanto ai polmoni e si prosegue verso l’apparato digerente per capire come gli alimenti vengono assorbiti dall’organismo.
Senza dimenticare i premi Nobel, l’alimentazione, l’educazione sessuale, la reazione del corpo agli sforzi. «Il principio di fondo è considerare il visitatore un protagonista esattamente come le installazioni».
In effetti il coinvolgimento è continuo. Dal robot che imita le espressioni dei visitatori all’enorme orecchio dove si entra per capire come è fatto all’interno, alle postazioni in grado di captare le reazioni ormonali di fronte a diverse immagini, quelle capaci di fornire ogni informazione sul corpo di chi si sottopone a sforzi e quelle in grado di cogliere le sensazioni registrando la quantità di sudore nelle mani. Le inaugurazioni continuano il 19 marzo quando oltre a Corporea aprirà anche il Planetario.
Per una parte di Napoli comincia una nuova vita.
«E’ una bella cosa — commenta Gino, pensionato — ma finchè la camorra non verrà sconfitta, nessuno potrà dire di avere davvero vinto». Ciro è anche più deciso: «Adesso la riaprono ma la incendieranno di nuovo». Solo le solite voci di popolo?
Anche Lipardi ne è convinto: «Non ci potrà essere vera ricostruzione e veri rilancio se non si farà luce sui mandanti delle bombe».
Flavia Amabile
(da “La Stampa”)
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