NE HANNO AZZECCATA UNA: FRANCESCA DI MAOLO IN UMBRIA PUO’ VINCERE
NON SARA’ PIU’ CENTRODESTRA CONTRO CENTROSINISTRA, MA SOVRANISTI CONTRO RINNOVAMENTO CIVICO RAPPRESENTATO DA UNA DONNA FORTE E CON GRANDE CAPACITA’ COMUNICATIVA, MOLTO RADICATA NEL SOCIALE
È Francesca Di Maolo il jolly che mette d’accordo Movimento 5 stelle e Partito democratico come candidata alla presidenza della Regione scelta per guidare il “patto civico”.
Candidatura francescana
Dopo la “caduta” di Andrea Fora per volere dei 5 stelle, l’obiettivo era stato puntato proprio su Assisi, visitata oggi da Di Maio. Una sortita che non appare affatto casuale. Però non per incoronare la sindaca Stefania Proietti, il cui nome è finito al centro di un gioco tattico tra M5s e Pd, bensì probabilmente per incontrare una esponente del mondo cattolico come Di Maolo che richiama molti dei valori incarnati da Fora, con il quale non è escluso possa dare vita a un ticket.
Una donna forte, con grandi capacità comunicative.
L’ingresso in scena della Di Maolo rende ancora più chiaro il quadro politico e il senso dell’appuntamento di fine ottobre, che manda in archivio il ‘tradizionale’ confronto centrosinistra-centrodestra; la linea di frattura oggi è diversa: da una parte ci sarà un destra-centro trainato da Lega e Fdi, con Fi in un ruolo subordinato, mentre dall’altra un rassemblement che ha reso possibile l’alleanza Pd-M5s anche in Umbria e trasformato il piccolo Cuore verde nel primo elettrocardiogramma del nuovo governo giallorosso.
Una ‘cosa’ nuova dove un ruolo di primo piano lo giocano, come evidente, i vertici della Chiesa, da tempo in rotta contro chi cerca di aggregare le aree del tradizionalismo ostili al papato di Bergoglio. Insomma, per capire la partita umbra va inserito anche questo elemento.
Chi è Francesca Di Maolo, avvocato assisano di 48 anni, sposata con una figlia di 20 anni e laureata in Giurisprudenza all’Università di Perugia, dal 2013 è presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, un centro sanitario di eccellenza nato nel 1871, diretto da un Ente Ecclesiastico senza scopo di lucro che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.
Dal 2017 Di Maolo guida anche dell’Aris Umbria, l’associazione che riunisce e rappresenta istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ospedali classificati, presidi ospedalieri, case di cura e centri di riabilitazione, impegnate nella rigorosa tutela della vita e della dignità della persona.
Amore e complessità Pochi giorni fa il Serafico ha compiuto 148 anni. «Il nostro fondatore, San Ludovico da Casoria, frate francescano, venne ad Assisi per fondare un’opera di carità da dedicare a San Francesco — scrive Di Maolo su Facebook -. Il Serafico fu fondato il 17 settembre, non un giorno qualunque, ma un giorno memorabile, quello in cui San Francesco ricevette le stimmate, quelle stesse che, secondo San Ludovico, avrebbero dovuto proteggere i nostri ragazzi piagati nella carne e a volte nell’anima. Oggi la missione del Serafico non è mutata dalle sue origini: rendere piena la vita di bambini e ragazzi disabili. Il Serafico non è un’Opera che appartiene a chi ci lavora, ma a tutta la comunità ed è per questo che il Serafico dopo 148 anni fiorisce ancora: è qui a dimostrare che l’Amore è sempre più forte di qualsiasi complessità ».
(da Umbria24)
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