NEL 44% DELLE SCUOLE MANCA PERSINO LA CARTA IGIENICA, MA LA GELMINI PARLA DEL TETTO DEL 30% PER GLI STRANIERI
LA GELMINI: “A SCUOLA NON SI FA POLITICA” … I PROBLEMI DI STRUTTURE, DI SICUREZZA, IL SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CLASSI, LA MANCANZA DI FONDI SONO ASPETTI SECONDARI PER LEI… NEL 61% DELLE SCUOLE MANCA IL SAPONE, 3 SCUOLE SU 10 SONO SPORCHE, NELLA META’ DEI WC MANCA LO SCOPINO
Per una volta siamo d’accordo con la Gelmini quando afferma “Chi fa politica deve farla fuori dagli edifici scolastici”, anche perchè, con altrettanta onestà , occorrerebbe far valere la regola che “Chi non sa fare politica deve farla fuori dal Ministero”, dato i gravi danni che potrebbe causare.
E dato che la Gelmini ha pensato bene di aggiungere che chi vuole fare politica deve avere il voto personale del popolo, ci permettiamo ricordarle che, essendo le liste bloccate, neanche lei ha preso uno straccio di voto personale, ma è stata messa in lista per essere sicuramente eletta, come peraltro tutti gli altri.
Quanto poi a passare esami senza sostenerli nella giusta sede, lei è sicuramente un’esperta, visto che l’esame di Stato per avvocato è andato a darlo a Catanzaro e non a Brescia dove ha studiato, per evidenti percentuali maggiori di passarlo.
Fatta questa premessa, ieri sono ricominciate le scuole e con esse le polemiche.
Un avvio di anno scolastico pieno di incognite. I tagli della finanziaria stanno determinando delle criticità che, come anche evidenziato dal rapporto Ocse, vanno oltre la lotta dei precari: la mancanza di strutture, la sicurezza, l’incognita dell’influenza, la grave crisi finanziaria e amministrativa degli istituti e il sovraffollamento delle classi che ha spinto il Codacons a denunciare la Gelmini stessa.
Il sovraffollamento, ad es, potrebbe bloccare l’apertura dell’anno scolastico in molte realtà e la stessa didattica.
A Reggio Calabria vi sono 40 alunni per classe e in molte città la logica degli accorpamenti sta causando disagi notevoli.
In piccoli Comuni ci sono classi con 14 alunni, in città altre con 36.
Vediamo la Liguria: a fronte di un aumento del numero di alunni dell’8% ( da 137.419 a 148.802 studenti), è drasticamente diminuito del 16% quello dei docenti ( passati da 14.617 a 12.327).
La stessa riduzione del personale amministrativo di 10.000 unità , fa sì che in molte realtà piccole o grandi, le scuole composte da più edifici, non si ha neanche il personale per aprire o chiudere le strutture.
Per non parlare dei fondi per le minime esigenze scolastiche. Una recente analisi di “Cittadinanzattiva” evidenzia che nel 61% dei bagni scolastici manca il sapone, nel 70% mancano gli asciugamani, nel 44% dei casi non c’è la carta igienica, 45 water su 100 sono orfani del relativo scopino. I locali sono sporchi in 3 scuole su 10, palestre in testa.
I capi d’istituto, di fronte al taglio di 10.000 tra bidelli e amministrativi, si danno alla “dirigenza creativa” per mantenere puliti i locali, mentre gli studenti dovranno portare l’occorrente da casa. Con la compresenza nella scuola primaria, fino all’anno scorso, se a una maestra veniva il raffreddore, l’altra copriva la classe: ora i bambini dovranno essere divisi su altre classi.
In media ogni scuola vanta un credito nei confronti del Ministero della Pubblica istruzione di 115.000 euro e sono costrette a chiedere aiuto ai genitori che si vedono consegnare un bollettino per il versamento di “contributo volontario”.
Secondo Adiconsum si tratta di una tassa occulta di 100-150 euro che pesa sul diritto allo studio e che in qualche caso arriva persino a 400 euro.
Ecco, di questo vorremmo che parlasse il Ministro dell’Istruzione e ponesse rimedio, invece che ipotizzare un tetto massimo del 30% per gli studenti stranieri o polemizzare “con chi fa politica a scuola”.
Se uno accetta la carica di Ministro deve dare per scontato che qualcuno la contesti, piuttosto deve avere lei idee e soluzioni capaci di convincere i critici.
Sono le idee che alla lunga “vincono” perchè convincono, non le promesse e gli atteggiamenti di superiorità che creano solo delusione nel mondo della scuola.
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