NEL MUSEO DELLE CERE DEL CENTRODESTRA ORA E’ ESPOSTA ANCHE LA QUARTA GAMBA MENTRE VOLANO PAROLE GROSSE TRA MELONI E SALVINI
DOPO UN MERCATO DELLE VACCHE DURATO GIORNI, I CENTRISTI OTTENGONO 30 COLLEGI… RISSA SUL LAZIO, LA MELONI A SALVINI: “IN LOMBARDIA HAI DECISO TU, NEL LAZIO DEVI SMETTERLA DI FARE CASINO CON PIROZZI”
A metà pomeriggio il Grande Venditore annuncia che il mercato si è chiuso: “Tutte le forze del centrodestra, nelle sue componenti storiche hanno firmato il programma di governo che cambierà l’Italia”.
Compresa la cosiddetta “quarta gamba” di Noi con L’Italia che, dodici ore prima, aveva minacciato la rottura nel salotto di palazzo Grazioli.
Perchè, alla fine di un lungo mercanteggiamento, si è trovato un accordo, nel Gran Bazar del centrodestra: una ventina di collegi a carico della coalizione, a cui aggiungerne una decina solo a carico di Forza Italia.
Sorridente Silvio Berlusconi, dà la notizia, nel suo video su facebook, registrato a palazzo Grazioli, dove sono tornati ad attovagliarsi, come un tempo, tutti quelli che lo volevano seppellire, politicamente parlando, s’intende.
Arcore, palazzo Grazioli, con le foto di Meloni e Salvini e Fitto che esce infuriato la sera prima perchè “con tredici posti andiamo da soli”.
Sembra la cronaca di amarcord scenografico. Poi il video dell’ex premier che annuncia il programma comune, appena firmato, come se fosse il candidato per palazzo Chigi: quattro paginette di titoli, dall’azzeramento della Fornero alle pensioni per le mamme, a un piano Marshall per l’Africa.
È l’illusione ottica di una coalizione consapevole che non andrà mai al governo con questa legge elettorale (per questo promette l’irrealizzabile come sulla Fornero), ma fa finta di dare una parvenza politica al mercato dei posti.
“Tredici”, “quaranta o rompiamo”, “trenta”, “si chiude a trenta” con la quarta gamba. In nottata è intervenuto anche Gianni Letta per far ragionare un po’ tutti:
“Dobbiamo trovare un accordo, altrimenti perdiamo parecchi collegi del Sud, soprattutto in Sicilia e Puglia. Conviene a tutti”.
E poi Gasparri, Tajani, tutti impegnati a trovare una quadra di numeri. Col passare delle ore Fitto e Cesa abbassano le pretese, Berlusconi concede posti, anche di tasca sua, perchè in fondo conviene a tutti. Salvini ci sta: “Io arrivo a quota x, gli altri se li carica Silvio”.
Alla fine tra quelli che Silvio “si carica” ci sarà anche Sandra Lonardo, lady Mastella. Qualche tempo fa, disse in un’intervista: “La politica è solo amarezze, ora produco panettoni”.
A marzo sarà candidata in Campania in quota Forza Italia, perchè nel Gran Bazar è entrato anche Clemente Mastella, col suo pacchetto di voti.
E anche a testa alta, con la chiusura dei suoi guai giudiziari.
In Sicilia un pacchetto di posti sono per Saverio Romano, tornato stabilmente nel centrodestra, dopo la sua fase verdiniana.
Alle elezioni regionali, la sua lista di “cuffariani”, portò a Musumeci un non irrilevante 7 per cento.
In Puglia, Raffaele Fitto, che ruppe con Berlusconi in nome di un centrodestra democratico, ha ancora un radicamento pesante, di almeno 150mila voti.
Dei 21 almeno cinque sono i suoi. Sempre in Puglia dovrebbe essere candidato Gaetano Quagliariello, il cui movimento Idea ha raccolto amministratori un po’ ovunque.
Nel Lazio c’è, Cesa, il vero azionista di maggioranza che alla quarta gamba ha portato il simbolo dell’Udc.
Trovato l’accordo sui posti, cruciale per i collegi del sud, arriva la firma sul programma, e non viceversa. E arriva anche lo giubilo per “l’unità ritrovata”, che contagia anche Salvini: “Berlusconi? Lo vedrei vede ministro degli Esteri” dice a Otto e Mezzo, ricambiando la cortesia al Cavaliere che il giorno prima lo vedeva bene al Viminale. Evviva.
E intanto prosegue l’infinita vicenda del candidato del Lazio, diventata ormai una rissa.
Giovedì sera, a palazzo Grazioli, sono volate parole grosse, tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il quale continua a sostenere Sergio Pirozzi.
Il senso, detto in modo sobrio: “Sulla Lombardia hai deciso tu. Sul Lazio, la devi smettere di fare casini con Pirozzi”.
Per l’ennesima volta, il Cavaliere ha preso tempo chiedendo di affidare tutto a un sondaggio. Perchè la questione non è irrilevante.
Col Sindaco di Amatrice in campo, qualunque candidato di centrodestra perde. Fosse solo un danno regionale sarebbe sostenibile ma il problema, in un giorno di election day, è l’effetto sui collegi: “Ne rischiamo venti, venticinque”, spiega chi se ne intende di numeri.
Pare che parecchi candidati hanno fatto sapere che, in queste condizioni, non hanno intenzione di correre. “Con Pirozzi si vince”, “no, è sopravvalutato”: ci fosse qualcuno che parla anche di idee, programmi, politica, in questo Gran Bazar che tra qualche giorno chiuderà anche nel Lazio.
(da “Huffingtonpost”)
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