NESSUNO VUOL FARE CADERE IL GOVERNO
CRONACA DI UN GIORNO D’ANSIA PRIMA DEL VOTO SU TAV… L’AIUTO DELLE OPPOSIZIONI PER PUNTELLARE L’ESECUTIVO: “I NOSTRI SE LA STANNO FACENDO SOTTO”
Perchè poi, per orientarsi nel bosco, basta seguire le vecchie volpi. Ecco, a metà giornata, se vuoi capire come andrà a finire, avvicini il vecchio Pier, professionista della politica, nell’era dell’antipolitica.
Si adagia su una poltrona, con l’aria di chi ha dormito due ore: “Mi sembra – dice Casini – che le opposizioni siano alacremente impegnate a puntellare il governo. Alacremente. Amici cari, è agosto”.
Altra vecchia volpe, al suo fianco c’è Lorenzo Cesa, l’altro gemello diverso ai tempi d’oro dell’Udc: ”È evidente, guardali, sono tutti impauriti, Forza Italia e Pd stanno facendo di tutto per evitare l’incidente”.
Poi la conversazione scivola sulle vacanze: “Pier, ma quando passi in Puglia chiama, che ti porto io in un posto che fa del gran pesce”.
È chiaro come andrà a finire su questa vicenda della Tav, ultimo scoglio prima delle vacanze. Al netto del clima ansioso, tutt’attorno. Ansia diffusa, abilmente montata dalle dichiarazioni di Salvini, anzi chiamiamoli schiaffi in faccia ai Cinque stelle, dalle voci che si rincorrono.
Ansia crescente, in una una ridda di congetture catastrofiste. Che contagiano anche chi ne ha viste proprio tante. Sentite anche uno che ne ha viste parecchie, come Maurizio Gasparri: “Qua sostengono che salta tutto. Pare che Salvini aprirà la crisi anche se la mozione sulla Tav dei cinque stelle domani non passa. Così dicono, coglie l’attimo”. Che clima impazzito che c’è nel Palazzo, dove in pochi hanno la calma olimpica dei vecchi democristiani.
Ecco un metro dell’impazzimento collettivo. Basta avvicinarsi al capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, sorridente, compiaciuto, perchè sentirsi onnipotenti è un eccitante ineguagliabile: “Oh, ragazzi – dice parlottando coi suoi – qua c’è il panico. Guardate qua. Ho ricevuto 50 messaggi. Uno mi chiede se è vero che stiamo brigando per chiedere alle opposizioni di farle uscire e creare l’incidente. Altri mi chiedono se Salvini sale al Quirinale domani. Stanno tutti impazzendo”.
Se la ride Romeo, perchè sa che questo è l’effetto Salvini, l’onda sismica del Papeete che fa tremare i Palazzi, l’incertezza come strategia, il grande ballo che espone al pubblico ludibrio la nudità di un alleato debole e impaurito.
È così, proprio così, fa davvero impressione. E qualcuno è autenticamente scandalizzato. Luigi Zanda, aria grave e riflessiva, ad esempio: ”È incredibile, governo e Parlamento appesi alla volontà di un uomo solo che sbeffeggia il paese da un lido balneare”.
Insomma, dicevamo, lo abbiamo capito come andrà a finire. Alla riunione del gruppo del Pd, qualcuno ci ha provato a cacciare gli attributi, ricordando che il primo compito dell’opposizione sarebbe quello di far cadere il governo.
Zanda, Misiani, un po’ di senatori vicini al segretario hanno spiegato l’abc: “Noi diciamo che votiamo la nostra mozione e sulle altre sono affari vostri. Se fa lo stesso Forza Italia, passa quella dell’M5s e a quel punto o si apre la crisi o diciamo che Salvini è un buffone”.
Non fa una piega, peccato che il gruppo al Senato è ancora controllato dall’altro Matteo, il Matteo giusto o sbagliato a seconda dei punti di vista.
Una raffica di interventi per dire che no, “dobbiamo bocciare la mozione no tav, perchè è una questione identitaria, poi come lo spieghiamo”.
Il problema è anche che nemmeno Forza Italia questa manovra la vuole fare, con mezzo gruppo terrorizzato dal voto.
Ascoltate Licia Ronzulli, che parla fitto fitto con qualche collega, lontano da orecchie indiscrete (così spera): “Berlusconi lo ha detto, ‘fate di tutto per far cadere il governo’, ma la verità è che qui se la fanno tutti sotto. E sbagliano perchè a noi converrebbe andare al voto subito”.
Il ragionamento non fa una piega, perchè adesso un po’ di potere contrattuale Berlusconi ce l’ha ancora, tra qualche mese chissà : la scissione, l’emorragia di gente, di voti, insomma il tempo rema contro.
È la storia di una paura speculare, perchè la manovra ha senso se la fanno tutte le opposizioni, numeri alla mano: “Se Forza Italia si astiene – dice Misiani – è un fatto nuovo di cui non possiamo non tenere conto. Alla fine ci siamo assestati su questa linea. Però non arrivano segnali”.
Ecco, allora accadrà che la mozione ‘no tav non passerà ‘, passeranno quelle sulla tav, e la contraddizione del governo non precipita in un voto dell’Aula, come ci hanno detto, all’inizio di questo racconto, le due volpi democristiane.
Accadrà che questa crisi di fatto, resterà extraparlamentare, perchè a Salvini non basta vincere, e neanche stravincere. La sua drammaturgia prevede l’esposizione al paese della fragilità altrui. E quindi dirà che comunque un problema politico c’è, perchè non è normale che un partito di governo voti contro la linea del premier sulla Tav: “Beh – dice Romeo – in un paese normale, ad esempio, il ministro delle Infrastrutture si dimetterebbe, tanto per dirne una, dopo il voto di domani. Comunque una riflessione andrà fatta, nell’ambito di questa fase due di cui parla Conte. O no?”.
Avanti così: o obbedite o tutti a casa.
(da “Huffingtonpost”)
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