“NESSUNO VUOLE QUESTA GUERRA, LO VEDRETE QUANDO L’UCRAINA VINCERA’, E’ SOLO QUESTIONE DI TEMPO”
PARLA IL PILOTA DELL’ELICOTTERO RUSSO PASSATO AGLI UCRAINI
«Nessuno vuole questa guerra, lo vedrete quando l’Ucraina vincerà. È solo questione di tempo». Chi parla così, in un video messo a disposizione dai servizi segreti ucraini del Gur, è un pilota russo di cui finora non si conosceva con certezza l’identità, che ha scelto di passare dalla parte opposta, si è consegnato spontaneamente, assieme al suo elicottero, alle forze armate di Kyiv, e sta raccontando agli ucraini una serie di dettagli militari riservati su operazioni e posizionamenti strategici russi nel teatro di guerra orientale e meridionale.
Giova sottolineare che il pilota – che apparteneva all’unità 13984 del 319esimo reggimento di elicotteri separato del distretto militare orientale russo, che ha sede all’aeroporto di Chernigovka nel territorio di Primorsky – non era stato né catturato né il suo elicottero colpito, la sua consegna è spontanea e l’operazione è stata una vera esfiltrazione.
Il video dunque non si configura come estorto a un prigioniero di guerra (in quel caso sarebbe inutilizzabile e sostanzialmente irrilevante) ma come dichiarazione di quello che, tecnicamente, è un defector, uno dei soldati che passano di loro volontà dalla parte opposta. Una storia rocambolesca e degna delle tante fughe del periodo della Guerra Fredda.
Il pilota del Mi-8 russo si chiama Maxim Kuzminov. Ha 28 anni. E adesso accetta pubblicamente di dire chi sia, dopo qualche settimana di esitazione. Kuzminov, accettando di parlare con alcuni videomaker, ha raccontato i dettagli della sua fuga, che sono davvero degni di una spy story del novecento. Ha detto di aver «contattato un rappresentante dell’intelligence militare dell’Ucraina, dal quale mi sono stati garantiti nuovi documenti e un risarcimento». Quando la formazione nella quale volava si è trovata più vicina al confine con l’Ucraina, «ho consegnato la mia posizione [all’esercito ucraino], e volato in silenzio a una quota estremamente bassa verso il territorio dell’Ucraina. Nessuno probabilmente ha capito cosa mi stesse succedendo, per tre o quattro giorni» (il 23 agosto il canale telegram “Fighterbomber”, gestito da un ex pilota militare russo, aveva in effetti riferito della scomparsa di un elicottero Mi-8, ma secondo lui l’equipaggio aveva perso l’orientamento e era atterrato per errore all’aeroporto di Poltava nella regione di Kharkiv).
Tutti i parenti di Kuzminov sono stati aiutati a lasciare la Russia prima dell’operazione. L’operazione speciale, nome in codice “Titmouse”, è avvenuta il 9 agosto, ma solo oggi ne conosciamo i dettagli più specifici. Il GUR, oltre all’elicottero e al pilota defector, ha ottenuto in dote «strumentazioni tecniche segrete russe», e «documentazione di valore». Durante l’esfiltrazione Kuzminov stesso è stato ferito, perché altri due piloti russi (che erano all’oscuro della cosa) non hanno voluto consegnarsi e sono stati uccisi in azione.
Kuzminov fa un bilancio drammatico della guerra per le forze armate russe. Sostiene che la verità è dalla parte dell’Ucraina e definisce ciò che sta accadendo «un genocidio dei popoli russo e ucraino ma l’Ucraina vincerà». Dice che la maggior parte dei soldati condivide questa idea. E fa un appello ad altri piloti a seguire le sue orme e passare dall’altra parte. Secondo quanto hanno fatto filtrare i servizi ucraini, Kuzminov continuerà a volare.
Il collettivo russo “Agentsmedia” ha verificato indipendentemente l’identità di Kuzminov anche attraverso cinque suoi amici su VKontakte. Uno di loro, di nome Alexander Nikolaev, scrive di essersi diplomato al Corpo dei cadetti di Krasnoyarsk, e ha ricevuto entrate almeno dal 2016 al 2019 presso la filiale dell’Accademia aeronautica militare russa a Syzran. Sul sito della filiale dell’Accademia c’è anche una foto di Nikolaev. E anche Kuzminov ha ricevuto pagamenti federali in Russia nella stessa filiale. Nikolaev ha anche visionato il video del GUR e ha confermato che l’uomo filmato era Kuzminov.
La storia ricorda quella dei tanti sovietici che varcarono la cortina per passare in occidente, ma non appare così isolata come sembrerebbe. Nel 2023 – riporta Istories – i tribunali russi hanno ricevuto più di 2.900 casi di abbandono non autorizzato di unità, mancato rispetto di un ordine, diserzione e altri crimini contro il servizio militare. Parliamo del doppio rispetto al 2022, e il fenomeno è ancora più esteso nelle regioni di Mosca, Rostov e Sverdlovsk. Il numero di casi contro il personale militare e i disertori aumenta di mese in mese: nel gennaio 2023 ci sono stati 82 casi, a marzo 378, a luglio il record di 522 casi. In 50 casi penali si sono verificati episodi di violenza contro i superiori. Chi non riesce a diventare un defector, spesso si sfoga contro comandanti ritenuti inetti o inadeguati.
(da Corriere della Sera)
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