NEW YORK TIMES CONFERMA: “GIULIO PRESO DALLA POLIZIA EGIZIANA, ABBIAMO TRE TESTIMONI”
E’ ORA CHE RENZI PARLI… IL MISERABILE SILENZIO DELLA DESTRA ITALIANA E L’OCCASIONE PERSA DA TOTI: IL TRICOLORE LO USI PER RICORDARE TUTTI GLI ITALIANI, NON SOLO I MARO’
“Tre funzionari della sicurezza egiziana coinvolti nelle indagini affermano che Regeni è stato preso” da alcuni agenti il 25 gennaio. Lo scrive il New York Times.
Il ragazzo “ha reagito bruscamente, si è comportato come un duro”, sostengono le fonti.
Tutti e tre, intervistati separatamente – scrive il Nyt – dicono che Regeni aveva sollevato sospetti a causa dei suoi contatti con ambienti sindacali.
“Diversi testimoni – prosegue il New York Times – dicono che intorno alle 7 di sera due agenti in borghese davano la caccia ad alcuni giovani nelle strade”.
Un ulteriore testimone, che ha chiesto l’anonimato, racconta che i due agenti “hanno fermato l’italiano”. “Uno gli ha perquisito lo zaino, mentre l’altro gli ha controllato il passaporto. Quindi lo hanno portato via”.
Secondo questa ulteriore testimonianza, “uno dei due agenti era già stato visto nel quartiere in diverse precedenti occasioni, e aveva fatto domande ad alcune persone su Regeni”.
Tornando alla testimonianza dei tre funzionari della sicurezza invece, il New York Times ricorda che Regeni stava conducendo ricerche sui sindacati indipendenti in Egitto. Ma, dice uno dei tre funzionari al Nyt, gli agenti “pensavano fosse una spia”.
Mentre il team di investigatori italiani continua, tra mille ostacoli, le proprie indagine al Cairo, si fa urgente una presa di posizione ferma e ufficiale del governo italiano, a fronte degli elementi univoci per portano al governo di Al Sisi la responsabilità dell’omicidio e delle torture nei confronti di un nostro connazionale.
Nel silenzio miserabile della pseudodestra italiana che non ha nulla da dire in difesa della legalità e della sovranità del nostro Paese di fronte ai torturatori di un Italiano da parte di uno Stato canaglia, una occasione l’ha persa il Gabibbo bianco Toti.
Ieri sera a Sanremo ha fatto la sua marchetta elettorale con la coccarda tricolore per ricordare la vicenda dei marò.
Al suo posto avremmo sfruttato l’occasione per invitare tutti i cantanti a esibire per la serata finale in Eurovisione una coccarda con la scritta “Giustizia per Giulio”, in nome dell’untà nazionale contro ogni regime che viola i diritti umani.
Un messaggio che sarebbe arrivato in tutto il mondo, dimostrando che l’Italia non ci sta a essere presa per il culo da una banda di criminali.
Ma per fare certe cose ci vogliono le palle.
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