NEW YORK TIMES:”IL SISTEMA BERLUSCONI: UN SORDIDO MONDO DI ORGE E RICATTI”
UN REPORTAGE SUGLI ULTIMI SVILUPPI DELL’INDAGINE RELATIVA AL PREMIER ITALIANO SULL’AUTOREVOLE QUOTIDIANO STATUNITENSE… “GLI ITALIANI PREOCCUPATI DALLA FRATTURA TRA I MALI DEL PAESE E LE PRIORITA’ DEL CAPO DEL GOVERNO”
“In Italia, dove una facciata di moralità cattolica nasconde una alta tolleranza di rapporti illeciti, Berlusconi è stato segnato dagli scandali per anni. Ma questa volta, con il premier che rischia l’incriminazione e con le intercettazioni che presentano un quadro di un sordido mondo di orge e ricatti di prostitute, le cose cominciano ad apparire diversamente”.
E’ lucido e impietoso il reportage di Rachel Donadio da Roma sugli ultimi sviluppi delle vicende italiane.
“Berlusconi è sopravvissuto a stento a due voti di fiducia a dicembre e ora potrebbe vedersi costretto a nuove elezioni se uno degli alleati della sua incerta coalizione si dovesse ritirare”.
La sintesi della vicenda, compito non certo semplice, porta il Nyt a concludere che “Lo scandalo ha un cast di personaggi che riempirebbe un’intea soap opera”.
La sostanza dell’inchiesta – basata su “intercettazioni stupefacenti” – appare incontrovertibile: “Le intercettazioni pubblicate danneggiano l’immagine da superman che Berlusconi ha aiutato a coltivare”.
“In un messaggio televisivo, un Berlusconi teso, il volto ricoperto di fondotinta, ha attaccatoi magistrati che stanno indagando su di lui (….) Seduto davanti a uno sfondo di foto di famiglia Berlusconi ha aggiunto che le sue feste si svolgevano “nella più assoluta eleganza, decoro e tranquillità “.
Oltreoceano, si fa fatica evidentemente a concepire l’evidenza di quel che sta accadendo in Italia.
“Spiegare questa storia ai lettori americani è una vera sfida”, ci dice Rachel Donadio .
Ad esempio, la ormai nota frase di Ruby riportata dalle trascrizioni delle intercettazioni in cui la ragazza così si riferiva a Noemi Letizia “Per lui lei è la pupilla e io il culo”, ha creato dibattito tra Roma e New York.
“Il New York Times ha un codice di stile molto rigoroso che non permette di riportare parolacce o volgarità compreso ass (culo), nè consente formule tipo ‘c….’ o eufemismi allusivi (“ha usato un altro termine per fondoschiena”).
Ho sostenuto un dibattito piuttosto divertente con i miei editor su quella frase. Alla fine, hanno vinto loro.
Hanno detto che “culo” non era così essenziale ai fini della storia perchè ci fosse bisogno di stamparlo.
Ma – conclude – con tanta abbondanza di altro ottimo materiale, non penso proprio che la storia ne abbia sofferto!”.
Lo sputtanamento del nostro Paese continua: grazie Silvio.
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