NO A CENSURE E PROVVEDIMENTI ILLIBERALI SU SITI INTERNET E CORTEI PER COPRIRE L’INCAPACITA’ DI MARONI
INVECE DI DIMETTERSI PER MANIFESTA INCAPACITA’ DI GESTIRE L’ORDINE PUBBLICO A MILANO, MARONI ORA VUOLE CENSURARE I SITI E LIMITARE I CORTEI…. SE SI SONO LASCIATI AVVICINARE I CONTESTATORI A POCHI METRI DAL PREMIER FORSE CONVENIVA A QUALCUNO…LA DICHIARAZIONE DI UN FUNZIONARIO DI POLIZIA
Ormai siamo alla caccia alle streghe: se accade qualcosa a un comune cittadino, se un quartiere periferico di una grande città è in mano agli spacciatori e ai delinquenti, se interi viali vedono una sfilata di prostitute e trans, lo Stato è assente e se ne fotte.
Se 400 leghisti si iscrivono al sito della Lega Nord Mirano (sito ufficiale ribadiamo, altro che smentite patetiche), in nome dello slogan “Immigrati clandestini: torturiamoli” è una goliardata e Maroni chiude anche il terzo occhio.
Se però il clima di contrapposizione frontale tra i due schieramenti politici che si alternano al governo in Italia da 12 anni porta ad atti inconsulti un malato di mente e qualche migliaio di idioti pensano di far di costui un idolo, ecco che si approfitta del’occasione per restringere ulteriormente gli spazi di libertà e di espressione.
In questo caso, Maroni si appresta a proporre nuove norme su cortei e uso di internet, misure ritenute “urgenti e adeguate”: si parla di oscuramento di siti, non quelli, ovvio, razzisti della Lega, ma quello di Facebook.
A parte che non è possibile neutralizzarli dall’Italia, essendo necessaria una rogatoria internazionale, salvo che la società di Palo Alto non lo decida di sua iniziativa, potremmo anche essere d’accordo se la misura valesse per tutti coloro che incitano alla violenza e all’odio razziale, ma dato che così non è stato, allora si prenda esempio da Obama.
Il presidente americano riceve continue minacce da siti internet e su Facebook, ma non si è mai sognato di chiederne l’oscuramento.
Si vuole mascherare la vergognosa incapacità del Ministro degli Interni a gestire la sicurezza del premier dal’atto criminale di un singolo malato mentale, gettando la responsabilità su altri che semmai sono usciti fuori su Internet successivamente.
E non possono essere la causa di nulla.
Vogliamo chiederci piuttosto come mai alcune decine di contestatori del premier sono arrivati a pochi metri dal palco, all’interno della massa di milanesi che domenica assisteva al suo comizio in piazza del Duomo per gridargli “buffone”?
E perchè nessuno lo ha bloccati prima? Scarsa vigilanza o altro?
Sentiamo la testimonianza di un dirigente della Questura milanese, riportata da un quotidiano indipendente.
Il funzionario, sorridendo al giornalista del “Secolo XIX”, rivela: “La gestione politica è stata perfetta, le contestazioni sono state contenute, poi i manifestanti sono stati lasciati sfogare in piazza. E tutti hanno potuto puntare il dito contro l’intolleranza e la violenza dei centri sociali e dell’estrema sinistra”.
Una gestione “politica” dell’evento, una contestazione che avrebbe giovato al governo?
E chi l’ha decisa, chi l’ha permessa, chi l’ha gestita?
A chi faceva comodo una situazione che poi è sfuggita di mano per l’opera di un singolo che nulla aveva a che fare con quella protesta?
Vogliamo dire un’altra verità ?
Gli uomini di scorta del premier sono quasi tutti suoi uomini di fiducia che lo seguono da quando era solo un imprenditore di successo, uomini Fininvest per capirci.
Questi uomini sono stati inquadrati nell’Aisi, il nostro servizio di sicurezza interno, ma di fatto sono autonomi, sotto il profilo delle scelte e della discrezionalità .
Sono state messe insieme due culture incompatibili: quella della sicurezza aziendale e quelo della sicurezza nazionale.
Nel primo caso un caposcorta, per capirci, non potrà mai imporsi sulle decisioni del suo datore di lavoro.
Nella seconda il caposcorta decide e il presidente si deve adeguare.
Se un premier vuole passeggiare tra la folla e il caposcorta lo ritiene pericoloso, glielo impedisce e basta.
Ecco perchè le responsabilità del Ministro degli Interni vi sono e grandi: non si può accettare che le sorti di un premier siano affidate per sua volontà a uomini Fininvest, senza organizzare un cordone più ampio e sicuro di tutela. Per quanto riguarda poi le minaccia su siti internet, o la regola vale per tutti o rischia di diventare pretesto per chiudere i siti che danno fastidio, un provvedimento illiberale, che ieri ha indotto Casini a precisare: ” Le leggi già esistono, basta applicarle, no a promuovere provvedimenti illiberali”.
O i reati esistono anche per i leghisti che volevano torturare gli immigrati o sono tutte goliardate di pessimo gusto, qualcuno ce lo dica.
La credibilità di un governo passa attraverso provvedimenti coerenti, non di convenienza.
E l’ordine pubblico va gestito da persone competenti, non da chi ha voluto le ronde, salvo poi registrare che ad esse non si è iscritto nessuno perchè non danno loro i soldi per il disturbo.
Altro che apprendisti stregoni, qua siamo al circo Barnum.
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