NO CON SALVINI: DA NETTUNO AI CASTELLI ROMANI SI SPACCA LA COALIZIONE
INSANABILE FRATTURA TRA FORZA ITALIA E FDI TRA INSULTI, OFFESE PERSONALI E FAIDE LOCALI
Se nella Capitale la frattura nel centrodestra dopo la discesa in campo di Giorgia Meloni è grave, nell’hinterland romano la rottura tra Forza Italia e l’asse Fratelli d’Italia-Noi con Salvini è irrecuperabile.
Insulti, incomprensioni, faide locali, offese personali.
C’è tutto questo nella frammentazione del centrodestra nei Comuni sopra i 15mila abitanti che andranno alle amministrative in primavera.
Il caso più emblematico è Nettuno, dove rischiano di andare al ballottaggio due candidati di centrodestra, come gi avvenuto nella vicina Anzio tre anni fa quando a sfidarsi furono Luciano Bruschini (poi vincitore) e l’ex sindaco Candido De Angelis.
Il Comune del litorale a sud di Roma, il più grande al voto dopo la Capitale, è il paradigma di una situazione insanabile.
Dopo la prematura caduta della giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Alessio Chiavetta, FI appoggia come candidato sindaco Rodolfo Turano, consigliere comunale uscente scelto dal coordinatore provinciale azzurro Adriano Palozzi e dal senatore Claudio Fazzone.
Il resto del centrodestra però – FdI, Noi con Salvini e alcuni consiglieri civici uscenti tra cui l’ex sindaco forzista Vittorio Marzoli – sostiene Carlo Eufemi, storico (ormai ex) esponente di FI sul litorale, per dieci anni sindaco di Ardea e candidato del centrodestra sconfitto proprio da Chiavetta alle scorse elezioni.
A Nettuno tutti sono convinti che il ballottaggio sarà una contesa tutta interna al centrodestra. Nella città del baseball, feudo storico del centrodestra, al secondo turno dovrebbero andare infatti proprio Turano ed Eufemi.
Del resto, il Pd, dopo la caduta di Chiavetta è dato ai minimi storici. Quanto al M5S il consenso all’ombra del Forte Sangallo sarebbe ben al di sotto della media.
FI e FdI andranno divisi anche negli altri grandi Comuni dell’hinterlan al voto: Marino – dove il partito della Meloni e i salviniani chiedono discontinuità rispetto al passato – Genzano, Ariccia, Mentana, Anguillara e Trevignano.
Le prime avvisaglie del collasso del centrodestra ci sono state con la scelta di FI di Turano a Nettuno.
Poi con l’uscita dal tavolo di trattativa del coordinatore di Salvini, Pierluigi Campomizzi e relativa durissima polemica tra il commissario di NcS Roma e Lazio, il senatore leghista Gian Marco Centinaio e lo stesso Palozzi.
Comunicati al vetriolo tra i due. «Ma io ho sempre cercato il dialogo – spiega il coordinatore di FI – Ho detto che dal mio partito c’era l’indicazione di restare uniti ovunque. Loro hanno detto di non aver ricevuto una linea simile, ma di voler andare insieme solo dove lo avrebbero ritenuto conveniente. Io sono conciliante, ma non fesso. Nessuno dal Nord mi può venire a spiegare come funziona la provincia di Roma».
La frattura tra FI e FdI si consuma invece dopo la decisione della Meloni di candidarsi a sindaco di Roma.
«Dopo il traditore Salvini la traditrice Meloni. La parola e la firma di questi soggetti vale un centesimo. Spero che la città li spazzi via», scrive Palozzi su Facebook.
E FdI interrompe ogni rapporto in provincia. «Ma con Silvestroni ci siamo sentiti ieri, ci siamo chiariti – dice Palozzi – Mentre non capisco l’importanza che si dà a Salvini, soggetto politico irrilevante a Roma, con FdI è diverso: esistono problemi di natura locale, ma c’è la volontà di tenere aperto il dialogo. Andare divisi complicherebbe una campagna elettorale già di per sè difficile. Con intelligenza supereremo i problemi».
Ma da FdI trapela uno scenario molto diverso.
«I rapporti personali possono anche esserci – replica il coordinatore provinciale di FdI Marco Silvestroni – ma è inaccettabile che il rappresentante di FI dica che la parola della nostra leader vale un centesimo”
Daniele Di Mario
(da “il Tempo”)
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