NON ARRIVANO I SOLDI PROMESSI, L’AQUILA MUORE: IL GOVERNO E’ LATITANTE , TG1 E TG FININVEST SPENGONO LE TELECAMERE
PROMESSI PER LA RICOSTRUZIONE 10 MILIARDI IN 10 ANNI, MA NON C’E’ NEANCHE 1 MILIARDO L’ANNO DA SPENDERE… LE AZIENDE ESISTENTI ABBANDONATE SENZA AIUTI… SI FANNO SLITTARE LE IMPOSTE OGNI SEI MESI, MA IN UMBRIA E MARCHE SI PAGO’ SOLO IL 40% DELL’ARRETRATO
L’ultima visita del premier all’Aquila risale ormai al lontano 29 gennaio: da quando tutti hanno cominciato a capire che i soldi per la ricostruzione non ci sarebbero stati, il governo si è dato latitante.
Dall’Aquila le forze politiche bipartisan lanciano un grido disperato: o arrivano i finanziamenti a suo tempo promessi o l’Aquila diventerà una città morta. Soldi per la ricostruzione non ce sono: la città è coperta di puntelli, sembra divenuta una città di ferro, ma i cantieri dove si lavora si contano sulle dita di una mano.
Vi sono ditte che falliscono perchè hanno fatto dei lavori e non sono state pagate.
Lo Stato paga 16 milioni al mese (per ora) per mantenere migliaia di persone negli alberghi ma, se fossero iniziati a tempo debito i lavori di sistemazione delle loro case classificate B e C , ora potrebbero già abitarvi.
Il Comune non ha neanche i soldi per tagliare l’erba nei parchi, non ci sono servizi, la frutta la portano gli ambulanti da Napoli.
Qualche giorno fa gli aquilani sono sfilati in 20.000 per protestare: nemmeno un cenno sul Tg1 e sul Tg2.
Quando il sindaco ha invitato tutti i media a verificare la situazione, l’invito è stato declinato da Tg1 e da tutte le reti Fininvest.
Qualcuno ha paura che si conosca la verità , lo diciamo da mesi.
Che è ben diversa, fin dall’inizio, da quella raccontata dal governo.
Persino Bruno Vespa, aquilano onesto e non certo schierato con l’opposizione , ha avuto parole dure di analisi.
Il problema è che il governo, sapendo fin dall’inizio di non avere i soldi per ricostruire in tempi brevi, ha stanziato solo 10 miliardi diluiti in 10 anni, ovvero un miliardo l’anno.
Cifra insufficiente, come ricorda Vespa, in quanto nelle Marche e in Umbria, per terremoti minori, si sono spesi 7 miliardi.
Il problema poi è che 1 miliardo non è mai arrivato: ora c’è una vaga promessa di stanziare 800 milioni, quando nel frattempo il governatore Chiodi ha già sommato debiti per 350 milioni che andranno quindi scalati.
L’economia è ferma: dopo un primo finanziamento di 45 milioni, gli aiuti sono finiti e le aziende esistenti sul territorio chiudono bottega.
Le famose imposte arretrate sono state fatte slittare di altri 6 mesi solo per l’intervento di Letta, ma rimane questa spada di Damocle sulla testa degli aquilani già senza casa e lavoro.
I terremotati dell’Umbria e delle Marche restituirono allo Stato solo il 40% del dovuto: ci vuole molto a garantire agli aquilani lo stesso trattamento?
E le forze istituzionali cosa aspettano a mettere a punto il Piano di ricostruzione senza il quale non si può muovere una pietra?
Per non parlare delle macerie da rimuovere, delle aziende sospettate, delle case nuove che già fanno acqua.
Fino a Natale è stata una passerella di politici, ministri e auto blu: chissà come mai, si chiedono gli aquilani, ora sono spariti tutti.
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