NON SIAMO SOLO I FIGLI DI CIO’ CHE CI HA PRECEDUTO MA ANCHE I PITTORI DEL NUOVO MONDO
DOBBIAMO COLORARE LE CITTA’, SCRIVERE STORIE NUOVE, SOGNARE NUOVI SCENARI: LA CONSERVAZIONE NON PUO’ ESSERE FINE A SE STESSA
Ho letto una recentissima intervista a Marcello Veneziani sempre più impegnato nella salvaguardia dell’azione politica dei conservatori
«L’Italia ha bisogno di conservazione ma, ancora di più, ha bisogno di chi sappia conservare. È questo il messaggio che è emerso da “L’Italia dei conservatori” evento voluto e organizzato da Nazione Futura»: così si legge nella parte introduttiva dell’articolo/intervista in parola..
Ed ancora: «I conservatori servono a conservare, cioè a salvaguardare la memoria, il patrimonio artistico, ambientale e letterario di un Paese. I conservatori servono a porre l’attenzione sulla salvaguardia di ciò che io chiamo la gioia durevole delle cose: i principi che restano, la continuità tra le generazioni, i valori che non tramontano, la continuità tra passato, presente e futuro. I conservatori hanno una doppia funzionalità , sia pratica che teorica”…
Un primo dato va sottolineato ed anche a più riprese: i presunti attivisti del neo-conservatorismo Italiano, a ben vedere, non sono altro che gli stessi teorici del Sovranismo.
Non c’è nulla di male nel sostenere l’idea del Sovranismo: è un modo come un altro per darsi un tono, per dare l’idea di battersi per qualcosa di solido, anche se è pur sempre necessario stabilire fino a che punto ci sia onestà intellettuale in una data posizione…
Si “invoca il popolo sovrano”; si attacca l’Europa che vorrebbe ridurre la sovranità degli Stati-Nazione a mero “cagnolino scodinzolante” del potere Comunitario; si dipinge uno scenario di presunta conquista da parte dei “nuovi Italiani” (o presunti tali) ed il gioco è fatto.
Dal punto di vista del marketing politico tutto fa brodo. Potrebbe far brodo anche immaginare che senza una “politica dei conservatori” non ci sarebbe chi si batterebbe per “salvaguardare la memoria, il patrimonio artistico, ambientale e letterario di un Paese” assicurando la continuità “spirituale tra le varie generazioni”.
L’esigenza c’è. Esiste. È reale. Ma immaginare che sia prerogativa soltanto dei conservatori – che, per ciò stesso, sarebbero necessari – non mi sembrerebbe corretto.
Ogni Paese ha la sua storia e la sua dimensione filosofico-culturale.
Ogni Paese ha l’assoluta necessità di tramandare la storia dei “padri” proiettandola nel presente dei “propri figli”.
Ogni Paese, però, è anche tutto ciò verso cui si indirizza.
Conoscere la storia, saper ricostruire nel miglior modo possibile, fatti, accadimenti e personaggi, non è la mera conservazione statica del passato ma, per chi ne è davvero capace, una riflessione profonda sulla stessa umanità in movimento; una riflessione che sarà davvero meritevole soltanto se sorretta dal coraggio di andare avanti, non per dimenticare la lezione dei padri ma per portarla avanti, cercando di perfezionarla…
Non “ho fede” nel Sovranismo, ed ancor meno nel Conservatorismo fine a se stesso. “Panta rei”, diceva un filosofo… Il mondo è un continuo divenire. Cambiano le regole del gioco. La scienza fa scoperte sempre più rivoluzionarie. Gli stessi assiomi di un tempo vengono travolti dallo studio attento di scienziati che non si fermano all’apparenza pur di trovare la scaturigine ultima di fenomeni che, per quanto siano stati sempre vissuti come “dato scontato”, a ben vedere, tutto sono tranne che quello…
È un dovere conservare la propria storia ed anche la propria identità : noi siamo il riflesso della nostra educazione, dei valori che ci hanno insegnato e tramandato. Siamo i figli di ciò che ci ha preceduto. Ma, oltre a quello, siamo anche “i pittori (potenziali) del nuovo mondo”. Possiamo colorare le città , scrivere storie nuove, immaginare nuovi contesti e nuovi scenari.
La storia, insomma, siamo chiamati addirittura a farla…
Sono un Napoletano. Forse, per “vocazione naturale”, uno dei tantissimi soggetti tenacemente attaccati alla propria storia ed alla propria identità . Ma nella bellezza di questa terra baciata dal sole, non c’è soltanto “conservazione” di una bellezza unica al mondo: c’è anche voglia di avvenire e, con essa, una “vulcanica voglia dell’ignoto”.
Ci sarebbero da scrivere fiumi di parole sui concetti di Patria, Nazione, identità nazionale ed uguaglianza. E lo si potrebbe fare sia da “sinistra” che da “destra”. Anzi, sarebbe più corretto dire che lo si potrebbe fare da variegate posizioni, sia di sinistra che di destra.
Per ora, mi limiterò a riprodurre un “pezzo” che ho letto sui social…
Nessuno possiede la verità assoluta. Nessuno! Proprio per questo, battersi democraticamente per la propria idea non sarà mai un delitto, a condizione di non ignorare le conquiste scientifiche per ridurre il tutto ad una mera lettura religiosa della vita che è sì legittima, ma non più di chi immagina e propugna che lo Stato debba agire laicamente, senza imporre nessun credo, nessuna divisione inaccettabile tra le persone, ed ancor meno l’odio tra i popoli.
Salvatore Totò Castello
Right BLU – La Destra liberale
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