NORDIO HA RICEVUTO RASSICURAZIONI DI MASSIMA COPERTURA DA PARTE DELL’ESECUTIVO ANCHE PERCHÉ OGNI DECISIONE È STATA CONCORDATA CON PALAZZO CHIGI, IN PARTICOLARE COL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO
ORA SI SCOPRE CHE NON E VERO CHE LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE AVEVA MANDATO LA RICHIESTA DI ARRESTO SOLO IN LINGUA INGLESE, C’ERA ANCHE LA COPIA IN ITALIANO, RIBADI TA ANCHE IL GIORNO SUCCESSIVO
È l’uomo più esposto. Perché è stato lui a decidere di non rispondere alle sollecitazioni della Corte d’appello di Roma, di fatto costringendo i giudici alla scarcerazione del torturatore libico Almasri.
Lui, dopo una prima linea di difesa che scaricava la responsabilità del rimpatrio del ricercato sui magistrati, italiani e della Corte penale, a rivendicare in seguito pubblicamente quella scelta. Lui ad occupare la posizione più delicata nell’indagine, essendo sotto inchiesta anche per omissione di atti di ufficio, l’unico reato «voluto» e non «dovuto» che la procura di Roma ha contestato.
Ciononostante, il ministro della Giustizia Carlo Nordio va dritto sulla sua strada.
In realtà, la sicurezza del Guardasigilli sul punto non arriva dal diritto. Ma dalla politica. Il ministro, anche nelle interlocuzioni con il suo avvocato, Giulia Buongiorno, ha ricevuto rassicurazioni di massima copertura da parte dell’esecutivo. Anche perché ogni decisione è stata concordata con Palazzo Chigi.
È stato poi Nordio ad assumersi la responsabilità del cambio di strategia, necessario per non essere accusati delle menzogne.
Nordio ha sostenuto in Parlamento che la Cpi aveva mandato l’atto di arresto solo in inglese, attirando le ironie di molti. In realtà, non è andata così: il documento è stato trasmesso anche in italiano, il 19 gennaio, con una traduzione non giurata. E poi, il giorno successivo, con quella ufficiale.
(da La Repubblica)
Leave a Reply