OGGI E’ L’EARTH DAY 2023, LA GIORNATA DELLA TERRA
COSA SI PUO’ FARE PER PROTEGGERE IL PIANETA
Oggi, 22 aprile 2023, si celebra la 53esima edizione dell’Earth Day, la Giornata della Terra, un evento nato ufficialmente nel 1970 negli Stati Uniti che oggi coinvolge circa 200 Paesi e oltre 1 miliardo di persone. È la ricorrenza più significativa dell’anno dedicata alla sensibilizzazione su tematiche ambientali, sostenibilità e più in generale sull’impatto (catastrofico) dell’essere umano sul mondo naturale.
Al centro della campagna, come avviene ormai da molti anni, vi sono i cambiamenti climatici e le drammatiche conseguenze che stanno comportando; non a caso sono considerati la principale minaccia esistenziale per l’umanità, oltre che volano per l’erosione della biodiversità e degli equilibri ecologici.
In parole semplici, l’Earth Day è l’occasione per ricordare che questo è l’unico pianeta che abbiano e se non la smetteremo di avvelenarlo, depredarlo e distruggerlo ci condanneremo a “sofferenze indicibili” con le nostre stesse mani. Non a caso il Segretario Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) Antonio Guteress ha più volte sottolineato che attraverso il riscaldamento globale stiamo compiendo un vero e proprio suicidio.
Investire nel nostro pianeta
Il tema della Giornata della Terra del 2023 è “investire nel nostro pianeta”. Se lo slogan non vi risulta nuovo c’è una ragione: non è stato modificato rispetto a quello del 2022, come annunciato dall’organizzazione dell’Earth Day il 20 ottobre dello scorso anno. Il motivo risiede nel fatto che avendo funzionato talmente bene rilanciarne i principi anche quest’anno è il modo migliore per sensibilizzare la popolazione globale ad agire per proteggere Madre Natura. Il concetto alla base è che siamo tutti responsabili del deterioramento dell’ambiente naturale, dai governi alle grandi imprese, passando per i singoli cittadini con il proprio stile di vita. Alla luce di questa premessa è doveroso che tutti facciano la propria parte. “Nel 2023 dobbiamo riunirci di nuovo in una partnership per il pianeta. Le imprese, i governi e la società civile hanno la stessa responsabilità di agire contro la crisi climatica e accendere la scintilla per accelerare il cambiamento verso un futuro verde, prospero ed equo. Dobbiamo unirci nella nostra lotta per la rivoluzione verde e per la salute delle generazioni future. È giunto il momento di investire nel nostro pianeta”, ha dichiarato la dottoressa Kathleen Rogers, presidente di Earthday.org. Per celebrare la Giornata della Terra sono previsti oltre 600 eventi presso il Villaggio per la Terra di Villa Borghese (Roma), fino al 25 aprile. Molti sono organizzati anche a Torino.
La minaccia della crisi climatica
L’obiettivo principale di questa rivoluzione verde è promuovere l’abbandono dei combustibili fossili per favorire la transizione ecologica verso le fonti rinnovabili: solare, eolica, geotermica e la forza del mare. Ormai è certo che a catalizzare i cambiamenti climatici vi sono le emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di altri gas a effetto serra – detti climalteranti – derivate dalle attività umane. Molteplici studi evidenziano una vera e propria impennata della curva delle temperature medie a partire dalla Rivoluzione Industriale, con accelerazioni drammatiche di concerto con il boom economico. In questo momento ci troviamo a circa 1,1° C oltre la media preindustriale e la soglia di 1,5° C, oltre la quale andremo incontro a conseguenze devastanti e irreversibili, è sempre più vicina. Secondo l’orologio dell’apocalisse climatica mancano circa 10 anni prima che venga oltrepassata, se continueremo a immettere carbonio con questi ritmi in atmosfera. Per diverse ricerche ormai non riusciremo a evitare il superamento qualunque cosa faremo, ma ciò non significa che non sia comunque fondamentale tagliare in modo netto e rapido le emissioni di carbonio. Perché a ogni step di mezzo grado in più le conseguenze risultano sempre più ampie e catastrofiche, per la sopravvivenza umana e per quella delle milioni di specie che popolano la Terra.
Il crollo della biodiversità
Ma non è solo il riscaldamento globale a preoccupare gli esperti. Deforestazione, uso intensivo di pesticidi e altri composti tossici, inquinamento da plastica, bracconaggio, urbanizzazione, allevamenti intensivi, sovrasfruttamento delle risorse, pesca eccessiva e frammentazione degli habitat naturali sono solo alcuni degli elementi che stanno incrinando la nostra relazione con il mondo naturale. “Dall’aria che respiriamo all’acqua che beviamo, al suolo che coltiva il nostro cibo: la salute dell’umanità dipende dalla salute della Madre Terra. Eppure sembriamo determinati a distruggerla”, ha affermato l’ONU in un comunicato rilanciato per l’Earth Day. “Le nostre azioni stanno devastando foreste, giungle, terreni agricoli, zone umide, oceani, barriere coralline, fiumi, mari e laghi. La biodiversità sta crollando mentre un milione di specie vacilla sull’orlo dell’estinzione. Dobbiamo porre fine a queste guerre implacabili e insensate contro la natura. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le soluzioni. Ma dobbiamo accelerare il ritmo”, ha chiosato l’organizzazione. La recente decisione di proteggere il 30 percento degli oceani e il 30 percento delle terre emerse (30×30) entro il 2030 è considerata storica proprio perché va nella direzione giusta. Lo stesso non si può dire per il taglio alle emissioni, tenendo presente che quasi tutti i Paesi del mondo che si sono impegnati a farlo non sono sulla buona strada per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Cosa possiamo fare per proteggere la Terra
L’organizzazione dell’Earth Day sottolinea che è fondamentale un cambio di passo da parte delle imprese, degli investitori e dei mercati finanziari, che “devono generare valore per le loro istituzioni e la società attraverso l’innovazione e le pratiche verdi”. I governi, d’altro canto, sono tenuti a promuovere l’interesse pubblico mettendo in piedi “un sistema economico globale equo e sostenibile”, concentrandosi particolarmente sui finanziamenti alle fonti rinnovabili e alla penalizzazione dei combustibili fossili. I singoli cittadini devono invece fare pressione “per soluzioni sostenibili sotto ogni punto di vista, come elettori e consumatori”.
Ma cosa può fare in concreto ciascuno di noi per proteggere il pianeta? Gli organizzatori dell’Earth Day hanno rilasciato un elenco di 52 azioni / suggerimenti che possiamo seguire per ridurre in modo significativo la nostra impronta climatica, rimodulando lo stile di vita affinché esso sia più sano e sostenibile, con benefici per la nostra salute, quella della Terra e di tutti coloro che la popolano. Tra le azioni raccomandate vi è quella di passare a una dieta principalmente basata su alimenti di origine vegetale, che hanno dei costi in termini di consumo di acqua ed emissioni di carbonio significativamente inferiori (i più grandi allevamenti intensivi hanno emissioni paragonabili a quelle di interi Paesi industrializzati e compagnie petrolifere). Si consiglia di battersi contro il disboscamento; di raccogliere la spazzatura quando si fa una passeggiata; di promuovere il riciclo e la raccolta differenziata; di usare internet e non la carta per le operazioni che oggi sono possibili online; di consumare prodotti di origine biologica senza l’uso di pesticidi; di non consumare acqua da bottiglie monouso; di ridurre il consumo di prodotti di plastica; di fare volontariato; di piantare alberi; di comprare prodotti locali e molto altro ancora. Molti di questi consigli sono stati proposti anche dall’ONU.
(da Fanpage)
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