OKKIO CHE PORTIAMO SFIGA: LA MANUELA COSTRETTA E PRENDERE CAPPELLO E ANDARSENE
L’ASSESSORE DELL’IDV LASCIA PARTITO E ASSESSORATO: “L’ITALIA DEI VALORI RICICLA I VECCHI POLITICANTI”… DUE ANNI FA “DESTRA DI POPOLO” NE AVEVA CHIESTO LE DIMISSIONI PER LO SCANDALO DELLE FIORIERE E PER CONFLITTO DI INTERESSI…. QUALCUNO DA LASSU’ PRIMA O POI RENDE GIUSTIZIA
Era stata la nostra prima battaglia per la moralizzazione della vita pubblica, quella che aveva visto “Destra di Popolo” condurre meno di due anni fa una dura e documentata battaglia per segnalare le anomalie di alcune iniziative che vedevano protagonista Manuela Cappello, assessore Idv alla Provincia di Genova e consigliere comunale, nonchè presidente del Centro integrato di via a San Gottardo, periferia della città .
Una polemica sul costo delle fioriere che aveva trovata vasta eco anche sulla stampa cittadina: contestavamo una spesa anomala di quasi 300 euro a fioriera, perorata dalla Cappello come presidente del Civ e realizzata poi dal Comune, della quale era consigliera.
Fioriere di bassa qualità e impatto (infatti a distanza di due anni sono tutte lasciate in abbandono), con costi esorbitanti, un chiaro spot elettorale dell’esponente dell’Italia dei Valori, criticato dalla stessa popolazione del quartiere.
Successivamente avevamo contestato come potesse avere un incarico di assessore all’Ambiente in Provincia, una persona che aveva strettissimi legali di parentela con una azienda che lavorava per l’Ente stesso.
La Cappello arrivò persino a negare di aver avuto un ruolo nella messa in posa delle fioriere, ma noi la beccammo perchè lei stessa aveva fatto ingenuamente mettere nel suo profilo personale di assessore la dicitura: “ho introdotto fioriere e cestini a San Gottardo”.
Da un lato rivendicava, dall’altro negava, di fronte alla polemica sul suo interesse elettorale a questa iniziativa.
La Cappello giunse persino a diffidarci tramite legale, ma da persona intelligente (a differenza di altri), di fronte al nostro invito a querelarci, nel caso dicessimo il falso, non lo fece semplicemente perchè avevamo solo detto la verità sui fatti specifici.
Ora a distanza di due anni, è stata costretta a rassegnare le dimissioni da assessore (nel frattempo era stata spostata come assessore alla Scuola) per una “resa dei conti” nel suo partito.
Sinceramente avremmo preferito lo avesse fatto allora, per altre ragioni di opportunità politica, anche se oggi la vicenda può essere interpretata come un segno di giustizia divina (che prima o poi colpisce).
Anche perchè dobbiamo dare atto alla Cappello che oggi ha sicuramente più ragione lei che chi l’ha costretta a dimettersi, ovvero la classe dirigente locale dell’Idv, entrata nel partito nell’ultimo anno e che, con l’avallo di Di Pietro, ha riciclato tutto quanto fosse riciclabile.
La maggior parte dei notabili ormai proviene da altre sponde, dalla Margherita e dai Ds in particolare, mentre la Manuela era invece espressione dei “grillini” della prima ora.
“Restare comportava l’accettazione di un modo di concepire la politica lontano da miei ideali e aderire a un partito che fa entrare personaggi che nulla hanno di nuovo, soprattutto nei metodi”.
La Cappello si è quindi dimessa dall’Idv, da assessore alla Provincia, mentre in Comune aderirà al gruppo Misto.
“Altro che etica e rinnovamento”, dice la Cappello della gestione dell’Italia dei Valori, come darle torto se si assiste da mesi a un via vai che pare di essere al Colosseo.
Quando un partito è dato in crescita, arrivano tutti i trombati e gli scontenti, e passi.
Ma che il massimo esponente locale arrivi a proporre la propria fidanzata, nelle trattative per le prossime regionali, per alti incarichi istituzionali ci sembra parecchio di cattivo gusto.
Ricordiamo per la cronaca che un consigliere prov. dell’Idv finì quasi subito in galera per una truffa sulle multe e fu costretto a dimettersi e che quello che gli subentrò si distinse per cercare una “segretaria bella presenza” con annuncio su internet ( lo beccammo subito e la notizia fini sulla stampa).
Una morale forse si può cogliere da questa vicenda: portiamo sfiga a chi pensa di fare il furbo.
Forse è meglio che qualcuno ne tenga conto: avanti il prossimo.
Ps Se qualcuno volesse rileggersi gli articoli di allora, clicchi su Cappello nel settore “categorie”
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