OMBRE DI PARENTOPOLI SULLE DIMISSIONI DELLA SENATRICE A CINQUESTELLE: UNA CORDATA PER FARLA ELEGGERE?
GIOVANNA MANGILI LASCIA LO SCRANNO AL SENATO, IL MARITO E’ CONSIGLIERE COMUNALE: SONO AL CENTRO DI UNA FEROCE POLEMICA TRA GRILLINI
Salta la prima cittadina Cinque Stelle. E la motivazione potrebbe essere una parentopoli grillina. Giovanna Mangili all’apertura dei lavori parlamentari a si è dimessa «per motivi personali».
Una motivazione troppo vaga, che da subito ha suscitato dubbi.
ISCRITTA AL MOVIMENTO NEL 2012 –
Alla base della decisione ci sarebbe una polemica interna tra gli esponenti lombardi del M5S. Mangili è infatti sposata con Walter Mio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Cesano Maderno (Monza).
Inoltre è stata eletta con pochi voti e si è iscritta al Movimento solo nell’ottobre del 2012.
In occasione delle Parlamentarie, le primarie web convocate dal M5s per eleggere i candidati alle elezioni politiche, Mangili aveva ottenuto 231 voti, guadagnandosi il posto da capolista al Senato in Lombardia, seguita dall’attuale capogruppo a Palazzo Madama Vito Crimi.
E alcuni attivisti avevano parlato di cordate per farla eleggere, dirottando su di lei i voti degli elettori di Monza-Brianza.
Polemiche interni quindi che avrebbero portato Mangili a rassegnare le dimissioni da Palazzo Madama, «per ridare dignità ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi e per non danneggiare un Movimento che ha sempre sostenuto e che sempre sosterrà ».
IL MARITO –
A difenderla ci pensa però il marito e consigliere comunale del M5S Walter Mio che si Facebook scrive: «Alle accuse di inciuci, presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli brianzole abbiamo deciso di rispondere con un gesto forte e chiaro: le dimissioni da senatrice di mia moglie Giovanna Mangili. Un modo deciso ed inequivocabile per dimostrare a quanti hanno sparso veleno sul desiderio di facili poltrone familiari».
LA POLEMICA SUI MEETUP –
Le parole di Mio non placano però le polemiche. Sul MeetUp lombardo (il forum di discussione usato dai Cinque Stelle e dai sostenitori) si scatena una discussione furibonda tra gli attivisti. Molti gridano alla parentopoli.
E alcuni si spingono a denunciare casi di manovre precedenti alle candidature anche per le elezioni regionali in Lombardia.
(da “il Corriere della Sera”)
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