OPEN ARMS PUBBLICA LE FOTO DEI NAUFRAGHI SALVATI: “SALVINI CI VUOLE MULTARE PER AVERLI SALVATI, E’ QUESTA LA VOSTRA CIVILTA?”
“MEGLIO INQUISITI CHE COMPLICI DI ASSASSINI”
C’è Hortensia, che è riuscita a scampare alla violenza ma non alla furia di chi, prima di farla imbarcare, le ha versato addosso carburante lasciando che l’acqua salata del mare facesse il resto. Ustionata, “ha bisogno di cure continue”
C’è Marie, della Costa d’Avorio, rapita, violentata, il padre del bimbo che ha in grembo assassinato un mese fa in un attacco al centro di detenzione di Tajoura, dove era rinchiuso.
E c’è il bambino che adesso sorride all’obiettivo del fotografo, ma quando è stato soccorso era disidratato, scottato per le ore trascorse sotto il sole di questa estate rovente.
Sono alcune delle storie dei naufraghi – alcuni “con segni evidenti delle torture subite in Libia” – salvati tra giovedì e venerdì scorsi dalla “Open Arms” nel Mediterraneo, che aspettano di sbarcare in un porto sicuro.
A raccontarle sono gli stessi attivisti sul profilo Facebook italiano della Ong spagnola proprietaria dell’imbarcazione.
Brevi ma significativi cenni a storie di vita definite “drammatiche”, foto di corpi rannicchiati e feriti, occhi sgranati e sorrisi accennati, e, dopo l’invito a sostenere attività presenti e future, l’hashtag #meglioinquisitichecomplici, riferimento inequivocabile al decreto di sicurezza bis
“Davvero volete multarci per averli salvati? Davvero soccorrere uomini, donne e bambini in pericolo è diventato un reato? Davvero?”, interroga un altro post. Centoventuno le persone a bordo – inizialmente erano 123, ma due donne incinte sono state evacuate sabato dalla Guardia Costiera italiana – trentadue i minori, 27 dei quali non accompagnati.
Tutti scampati all’inferno, tutti trattenuti da quattro giorni sulla nave della Ong spagnola, già raggiunta dal divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane, firmato giovedì dal ministro dell’interno, Matteo Salvini, e dai colleghi ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta.
E dall’“avviso del governo italiano” di una multa di un milione di euro (sulla base di quanto prevede proprio il decreto sicurezza bis, ndr) se entriamo in acque italiane”, scrive la Ong a commento di due foto che ritraggono neonati che dormono, un uomo disteso sulle assi di legno della nave con entrambe le caviglie fasciate. “La loro vita però viene prima di tutto”.
La vita di Marie e del bimbo che porta in grembo, la vita di Hortensia, la vita di tutti i naufraghi bloccati sulla Open Arms, dalla quale continua a levarsi, inascoltato, l’appello per un porto sicuro.
(da agenzie)
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