OPERAZIONE SCOIATTOLO, L’ISPETTORE DI MAIO INDAGA MA NON CONCLUDE UNA MAZZA
SULLA COMPRAVENDITA DI DEPUTATI GRILLINI DA PARTE DI FORZA ITALIA PRIMA VENTILA DENUNCE ALLA MAGISTRATURA, POI AMMETTE: “NON CI SONO PROVE DI REATO”
«Sta provando a comprare i nostri parlamentari, io ho detto loro: fingetevi interessati e registrate. È così che ho raccolto informazioni importantissime. Vediamo se avremo altro materiale per la procura della Repubblica»: Luigi Di Maio una minaccia di non meglio precisate azioni legali non la risparmia a nessuno, visto che soltanto in questa legislatura è passato dal chiedere l’impeachment nei confronti del presidente della Repubblica e rimangiarselo in 24 ore alla caccia ai tecnici del Tesoro e alla manina inesistente.
Stavolta il leader del MoVimento 5 Stelle va all’attacco della cosiddetta Operazione Scoiattolo.
Ovvero dello scouting da parte degli eletti di Forza Italia nei confronti dei grillini, che dopo il caso Matteo Dall’Osso appare, secondo le informazioni lasciate trapelare dall’ex premier, talmente a buon punto da considerare probabile la caduta del governo entro il 15 gennaio.
I giornali vicini a Berlusconi sostengono che siano una ventina o trenta gli eletti pronti a passare dal M5S a FI
Con l’obiettivo per niente scoperto di fornire al presidente della Repubblica una maggioranza di centrodestra autosufficiente sia alla Camera che al Senato e far salutare così il governo ai grillini.
Berlusconi ha provveduto a lusingare anche Salvini sull’argomento, promettendogli la poltrona di presidente del Consiglio di un nuovo governo di centrodestra. Ma per ora il Capitano non sembra volerne sentir parlare, anche perchè la sua popolarità in parte è dovuta al profumo di “nuovo che avanza” che gli ha regalato il M5S, che con Berlusconi finirebbe per appassire rapidamente.
Per questo, ci fa sapere oggi La Stampa, le voci di una campagna acquisti di Forza Italia tra i delusi M5S agitano parecchio il giovane vicepremier, preoccupato che possa nascere un governo del centrodestra con l’appoggio di fuoriusciti 5 stelle.
Silvio Berlusconi, racconta chi ci ha parlato, tratta l’argomento in maniera sorniona, spiega che «sono i parlamentari M5S che verranno da noi, quale campagna acquisti…».
Ma il Cavaliere, aggiungono, si diverte ad accreditare la voce dell’«operazione scoiattolo», spiegando che quando il governo rischierà davvero di andare in crisi saranno parecchi i parlamentari pentastellati che ci penseranno.
Dopo le Europee, secondo i calcoli di Berlusconi, ma senza escludere che le cose possano precipitare prima. Per questo bisogna mandare segnali.
Di voci che si rincorrono sullo scontento interno del M5S ce ne sono tante. I principali indiziati sono ovviamente i dissidenti M5S che si sono sfilati sul decreto sicurezza: Elena Fattori, Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Matteo Mantero, Virginia La Mura. Ma diversi di loro, in realtà , sono assai lontani politicamente da Fi. Il Giornale annuncia che comunque gli scontenti ci sono, e ne chiede conferma al deputato ex M5S Matteo Dall’Osso, recentemente entrato in Forza Italia:
A chi gli chiedeva se ci fossero altri pronti a seguirlo, ha risposto: «Si, diciamo che sono meno di 50 ma più di 5».
Se siano abbastanza da far saltare la maggioranza, Dall’Osso non lo rivela: «Non ora. Roviniamogli le feste natalizie», ironizza.
Ma nega campagne acquisti di Forza Italia: «Ovviamente no. Al diavolo non si vende, al diavolo si regala, come dice Vasco Rossi».
A sera, comunque, Di Maio fa una precipitosa retromarcia: niente Procura, «non ci sono prove di reato».
E i suoi ammettono che era solo un tentativo di «spaventare» i possibili fuggiaschi.
(da “NextQuotidiano”)
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