ORA CHIEDETE SCUSA A MIMMO LUCANO: NON E’ REATO SPEZZARE LE CATENE DEI PRIGIONIERI
CHI L’HA ATTACCATO E’ SIMILE AI PADRONI DEI LAGER LIBICI…. NOSTRA OPINIONE: UN INFAME NON CHIEDERA’ MAI SCUSA, E’ NELLA SUA NATURA DI RIFIUTO UMANO
Mimmo Lucano è innocente, già lo sapevamo ma lui fino a ieri ha rischiato di andare in carcere per alcune innnocenze commesse per salvare il mondo. Da oggi no.
Sono cadute tutte le accuse, rimane giusto una sciocchezzuola nel mezzo ed è forse un bene, serve a ricordarci che il potere schierato contro il modello Riace – e contro gli uomini di buona volontà – può comunque arrivare a fare malissimo.
Mimmo Lucano con la sentenza di ieri si è tolto un macigno che in questi anni lo aveva schiacciato, ridotto a un ragazzino bullizzato per essere stato troppo bravo a scuola. Condannato per troppo amore, per non essere riuscito a contenerlo, galeotto per aver espanso quell’amore oltremodo.
Mimmo negli ultimi anni parlava con fatica, addirittura, e forse continuerà a farlo per un bel pezzo, perché le scorie che la violenza della condanna aveva prodotto non riuscirà mai a cacciarle del tutto, nonostante sia stata cancellata la condanna.
La campagna mediatica violentissima che soprattutto esponenti di questo governo avevano prodotto ha lasciato detriti dove prima c’era un modello. E dove oggi c’è un’assoluzione gli infingardi passano oltre invece di cospargersi il capo di cenere, dimettersi, chiedere scusa o addirittura perdono, spogliarsi della propaganda e rivestirsi con parole nuove. Macché, loro hanno già individuato altri nemici, sono già ripartiti, fingono di non aver usato la crudeltà come bobina di un film che invece hanno girato loro dall’inizio.
Coloro che in questi anni hanno attaccato Mimmo Lucano non sono differenti dal padroncino di un lager libico: anche loro hanno trafficato in esseri umani, hanno interrotto senza patimenti storie di rinascita, hanno creato catene e poi le hanno allucchettate fra i conservatorismi della Storia. Giuda, del male combinato, almeno si pentì.
Gli accusatori di Mimmo Lucano invece non si vergognano di lavorare già per le prossime elezioni, mentre con un occhio amministrano male l’odierno.
Mimmo Lucano a Riace aveva costruito una società ideale, aveva progettato un mondo alternativo, e quel mondo funzionava. Per farlo aveva dovuto scardinare le certezze del vecchio sistema, infastidendo così i retrivi, importunando i passatisti. Per questo lo avevano condannato: aveva favorito l’umanità e loro l’avevano chiamata “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Mimmo Lucano non si era mai preso un euro, questa era l’unica cosa che perfino l’accusa gli aveva riconosciuto: mai un euro per sé. Gli avevano trovato i conti correnti vuoti come quelli di un insegnante precario, o di un fattorino. Impossibile anche difendersi, Mimmo Lucano ha dovuto chiedere aiuto nonostante la ragione, in tribunale funziona così, ma evidentemente non funziona così bene.
Mimmo Lucano era stato condannato per aver amato senza mettere confini, per aver accolto senza una selezione all’ingresso, perseguitato (sì, perseguitato) per avere deciso di fare tutto questo in un Paese dove invece i voti si prendono agitando il cappio contro i poveracci.
Non si può andare contro il sistema senza rimetterci la salute e la libertà, era questa la lezione che avevano deciso di dare a Mimmo Lucano. Il modello Riace funzionava troppo, poteva essere sposato ed esportato. Poteva sovvertire l’equilibrio su cui si basa lo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo. Era pericoloso.
Al G8 di Genova uccisero un ragazzo, e torturarono una generazione, perché avevamo ragione. In fondo, non sono cambiati. Alcuni dei protagonisti politici sono addirittura gli stessi, o i loro delfini.
Mimmo Lucano esce a testa altissima, l’esperienza di Riace invece è stata stritolata tra una menzogna di Salvini e un pezzo d’odio di Meloni. In più di un senso, loro hanno vinto di nuovo. Ed è così difficile costruire sulle macerie, che non possiamo sapere – oggi – cosa accadrà in futuro. Chi ha sempre odiato, delegittimato, scavato fossati fra esseri umani, continuerà a farlo. E chi ha deciso di praticare l’aiuto, probabilmente, continuerà parimenti a farlo.
Essere umano è colui che di fronte alla richiesta di aiuto di un altro essere umano, decide di rispondere. Lo sapevamo, ora lo ha ripetuto anche una sentenza di secondo grado: svolgere il proprio lavoro senza comprossi comodi, si può fare. Mimmo Lucano è libero.
(da Fanpage)
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