ORA IL PAPEETE E’ SOTTO ASSEDIO: RESIDENTI FURIOSI A MILANO MARITTIMA
MOVIDA SENZA REGOLE MA CASANOVA E’ COPERTO DA TUTTI I PARTITI, COMPRESO IL PD
Sabbia rovente, mare petrolio. Gli ombrelloni e i lettini sono sold out, ma al Papeete Beach non c’è aria di festa. Siamo nello stabilimento più famoso di Milano Marittima, pioniere degli happy hour e tempio del salvinismo balneare, dove si fanno e disfanno governi. Il padrone è Massimo Casanova, l’amico a cui Matteo ha donato un seggio a Bruxelles.
A inizio agosto, quasi in contemporanea con la festa della Lega, a Milano Marittima è arrivata anche la Guardia di finanza. I pm di Ravenna hanno sequestrato oltre mezzo milione di euro a due società dei Casanova (intestate alla sorella Rossella) per un giro di fatture false. Lui ovviamente accusa i magistrati, ma sul suo impero di sabbia inizia a soffiare un vento minaccioso.
Milano Marittima è diventata insofferente verso il modello economico e turistico inaugurato al Papeete ormai vent’anni fa. Le transumanze alcoliche dei ragazzi che sciamano lungo la III Traversa – quella dello stabilimento dei Casanova – sono quasi quotidiane nonostante la pandemia.
Le chat private e le pagine pubbliche sui social sono piene di video e foto inclementi. File di giovani ubriachi a fare la pipì sul marciapiede, un minorenne in svenimento etilico accasciato per strada, un giovane completamente nudo che corre dallo stabilimento verso la reception dell’Hotel Miami (sempre dei Casanova). Comitive assembrate e senza regole.
È l’“indotto” del Papeete, un modello che a Milano Marittima è diventato egemone. Il turismo giovanile e alcolico ha integrato e sostituito quello familiare, benestante e pacioso.
Il sindaco di Cervia (di cui Milano Marittima è frazione) si chiama Massimo Medri ed è stato eletto con il Pd grazie anche a un programma sul decoro urbano, che prometteva il rispetto delle regole da parte dei balneari. È rimasto sulla carta.
Chi non ama Casanova fa notare che la Polizia cittadina si dimentica sempre della III Traversa, specie negli orari critici e malgrado copiose segnalazioni.
L’ex assessore alle Attività produttive Michele Fiumi, nominato da Medri con l’obiettivo di “ripulire” Milano Marittima, si è dimesso lo scorso agosto dopo un solo anno di mandato. “Era come lottare contro i mulini a vento”, dice oggi. “Non c’è alcuna volontà politica di cambiare le cose. Ho provato a far rispettare le regole ai gestori delle spiagge, sistematicamente violate. Ho scritto un regolamento apposito ed è stato bloccato dallo stesso Pd. Né il sindaco né il suo partito mi hanno difeso dagli imprenditori delle spiagge”.
Malgrado la militanza leghista, Casanova coltiva rapporti trasversali, eccellenti, con tutta la politica e l’amministrazione romagnola.
L’elenco è corposo. Il proprietario del Papeete è tra i 100 imprenditori romagnoli che hanno sostenuto pubblicamente la candidatura di Michele De Pascale, sindaco dem di Ravenna, in corsa per la rielezione a ottobre.
L’avvocato del comune di Cervia – la stessa figura che dovrebbe risolvere eventuali controversie con i gestori dei lidi – è Silvia Medini, è tra le migliori amiche di Rossella Casanova ed è una collaboratrice occasionale del Papeete.
Il segretario della Lega a Cervia è il consigliere comunale Simone Donati, “beach manager” del Papeete fino al 2020. L’ex assessore alla Sicurezza era invece Gianni Grandu (Pd), che si è fatto fotografare sorridente in occhiali da sole alla consolle dello stabilimento di Casanova, dove ha lavorato da barista anche il figlio Roberto. Una grande famiglia.
Fiumi si sfoga: “Questa economia arricchisce pochi imprenditori e impoverisce la città. Però è coperta da destra a sinistra”. Ricorda un aneddoto clamoroso: “Una volta ho dovuto accompagnare personalmente i vigili alla III Traversa, perché nonostante mi fossi raccomandato di presidiare quella via, si erano messi da un’altra parte. Quando siamo arrivati è uscito Casanova, mi faceva un video con il cellulare e mi chiedeva cosa diavolo stessi facendo”.
(da Il Fatto Quotidiano)
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