ORBAN CONTESTATO DAL POPOLO UNGHERESE: FISCHI, URLA E TAFFERUGLI IN PIAZZA
PARAGONA LA RIVOLTA DEL ’56 CONTRO IL COMUNISMO ALLA SUA CONTRO L’EUROPA: IL LEADER XENOFOBO SOMMERSO DA UN OCEANO DI FISCHI, COMINCIA IL CONTO ALLA ROVESCIA ANCHE PER LUI
Viktor Orban, il popolare premier nazionalconservatore ungherese, fischiato in piazza. Non era mai accaduto prima da quando nell’aprile 2010 è tornato al potere, riconfermato dopo quattro anni.
E’ accaduto ieri sera domenica, nella circostanza peggiore per il leader magiaro: fischi, contestazioni, proteste contro il suo stile di governo autocratico e l’amicizia spregiudicata con Putin, proprio mentre egli pronunciava il solenne discorso di commemorazione del sessantesimo anniversario dell’eroica rivoluzione ungherese del 1956.
Quando cioè il paese magiaro guidato dai leader politici e militari comunisti-riformatori difese con le armi fino all’ultimo sacrificio la sua voglia di rinnovamento democratico, indipendenza e libertà .
E’ uno schiaffo, poco dopo lo smacco del quorum mancato al referendum anti-quote di ripartizione di migranti imposte dalla Ue, che indebolisce Orbà n sulla scena europea e globale.
E’ avvenuto a Kossuth tèr, piazza Kossuth (dal nome di un’eroe delle lotte magiare per l’indipendenza del 19mo secolo, un Mazzini o un Cavour di Budapest), il magnifico monumentale spazio attorno all’enorme Orszaghà z, il maestoso parlamento neogotico ungherese.
Orbà n ha cominciato subito a parlare ricordando a modo suo eroi e martiri del 1956. Senza troppo attaccare l’invasore russo di allora per non infastidire il suo amico Putin, ha parlato di lotta per la libertà della nazione.
Paragonandola alla sua lotta di oggi contro l’Unione europea, contro la Commissione di Bruxelles che critica e attacca il governo ungherese per gli attacchi ai valori costitutivi della Ue.
Per il Muro antimigranti e la mancanza di solidarietà con i paesi donatori (senza cui aiuti i conti sovrani ungheresi non sarebbero così sani). Per le pesanti limitazioni alla libertà di stampa e alla separazione tra poteri esecutivo legislativo e giudiziario. Per gli ultimi strappi come la chiusura del maggiore media critico Nèpszabadsà g, storico quotidiano comprato e chiuso appunto da un oligarca amico del premier, Loerinc Mèszaroes.
“Noi non ci lasceremo sovietizzare da Bruxelles e dalla Ue, noi resteremo nazione sovrana, lo vogliamo oggi come lo volemmo nel ’56”, ha detto Orbà n.
E allora è partita a sorpresa una marea di fischi e urla di contestazione della folla.
Il premier ripreso dalle telecamere di tutto il mondo è apparso visibilmente nervoso sorpreso e indispettito.
Gli uomini di mano del suo partito, la Fidesz (membro del Partito popolare europeo a livello Ue) sono passati all’azione con attacchi violenti contro i contestatori. Non pochi i feriti trasportati in ospedale, tra cui ad esempio l’autorevole storico Krisztian Ungvary, pestato a sangue.
La polizia ha cercato di dividere i due campi, ma i feriti sono stati non pochi
E’ il secondo smacco in un giorno per Orbà n, dopo la clamorosa grande assenza dei leader del mondo libero. Che per la prima volta dalla fine del comunismo — cioè da quando l’anniversario della rivoluzione ungherese è festa nazionale — hanno declinato tutti l’invito.
Tutti, tranne il capo dello Stato polacco Andrzej Duda, uomo di fiducia dello storico, fortissimo leader nazionalconservatore ed euroscettico polacco Jaroslaw Kaczynski. Per Merkel e Renzi, per Hollande o per il premier svedese Stefan Loefvèn, una foto di famiglia in pubblico con Orbà n che rilegge la storia riabilitando il dittatore Miklos Horthy non è proprio l’evento pubblico più desiderabile.
Isolato dal mondo civile e ora anche contestato dal suo popolo: per Orban il momento del giudizio sta arrivando.
(da agenzie)
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