ORMAI ABBAIA ALLA LUNA
AL DI LA’ DEI GUAI GIUDIZIARI PROPRI E ALTRUI, UN SALVINI BOLLITO INCHIODA LA LEGA AL SUO REPERTORIO VINTAGE… SI STA CREANDO UN NUOVO ARCO, DA ZINGARETTI ALLA MELONI, CHE TIENE FUORI DALLA PORTA SOLO LUI
Chi a Salvini vuol bene si faccia coraggio e glielo dica col cuore in mano: “Matteo, basta con questi modi. Troppa brutalità , troppa propaganda, troppo veleno. E non fissarti di nuovo sugli immigrati: cambia registro oppure la gente ti scanserà per strada”.
È sicuro che un discorso così non gli farebbe piacere. Lo vivrebbe come una provocazione. Mesi fa Giorgetti aveva tentato di farlo riflettere che è inutile battere sulla grancassa, tanto per altri due anni non si vota, meglio muoversi con sagacia; la sua reazione era stata alla Giulio Cesare, “tu quoque Giancarlo”, pure tu che ti proclami amico mi pugnali alle spalle.
Comunicazioni per lungo tempo interrotte. Ora il suo braccio destro ha rinunciato a insistere, il tentativo l’ha già fatto, risultati zero, ci provi qualcun altro.
Si muovano dunque i governatori, prendano l’iniziativa gli amministratori del Nord, i leghisti con i piedi per terra, e magari tutti insieme cerchino di convincere Salvini: anche se lui si offenderà , bisognerà pur fargli capire che in Italia qualcosa è successo, che non è più come un anno fa quando il vento gonfiava le vele del Capitano, qualunque cosa toccasse si trasformava in oro.
Da allora abbiamo avuto il Covid, il lockdown, la “fase due”. Siamo rimasti sepolti in casa, abbiamo pianto i morti, applaudito gli eroi. S’è rovesciata la psicologia di massa: da “gregge anarchico”, gli italiani si sono messi in riga da far invidia ai germanici, tutti disciplinatamente agli ordini del Governo.
L’avvocato del piano di sotto, Giuseppe Conte, s’è trasformato di colpo in Batman (e il fido Casalino nel suo Robin). Per giunta ha portato a casa il malloppo, per cui adesso la domanda è che ne sarà di questi 209 miliardi che pioveranno dall’Europa, in quali tasche andranno a finire, per fare cosa, e se verranno sperperati come spesso accade. Il resto, in questo momento storico, interessa meno.
E invece Salvini che fa? Prima va sostenendo che i soldi europei non servono perchè, come teorizza il suo mentore Alberto Bagnai i denari si raccolgono come le pere quando sono mature: scrolli i mercati e ne cade in abbondanza; poi, una settimana fa, scommette che tanto i fondi Ue non arriveranno mai e, lui sovranista, fa il tifo per l’antiitaliano Mark Rutte sperando in un fiasco del negoziato; infine, quando i miliardi inopinatamente arrivano, è l’unico al mondo che li considera una “fregatura”.
Prende d’aceto e vola due giorni a Lampedusa per riprendere in diretta gli sbarchi dei disperati, twittare che ci stanno invadendo, gli immigrati ci portano i virus e questo Governo con Lamorgese ministro al posto di Salvini è “complice dei criminali”: stesso repertorio vintage, identica voglia di fare leva su istinti inseparabili dalla nostra natura (paura, rabbia, aggressività ) e solo in parte mediati dalla civiltà .
Ma in politica i bis raramente riescono. Come le barzellette: fanno ridere la prima volta. T
ornando a battere sugli immigrati, sempre lo stesso chiodo, Salvini ricorda quei calciatori alla Piatek che sanno fare una sola giocata: dopo un po’ gli avversari li sgamano, gli spettatori sbadigliano.
Viene perfino il dubbio che l’ex ministro insegua l’ombra di se stesso come antidoto ai sondaggi in calo. Oppure alle tante inchieste in arrivo incominciando dalla “Open Arms” (su cui risponderà personalmente in Senato il 30 luglio) al mistero dei fondi russi, dai commercialisti in fuga verso le Americhe ai “camici bianchi” della Regione Lombardia.
Anche perchè la Lega è sempre più isolata. Giorgia Meloni, per non dire del Cav, si sta facendo gli affari suoi. Parla con Conte, riceve chiamate da Zingaretti, vuol far vedere che per il bene del Paese lei sarebbe pronta a trafficare con Belzebù in persona.
Pronta a riconoscere i meriti del premier sul Recovery Fund; prontissima a congratularsi giovedì con Sergio Mattarella, custode e garante della Costituzione, quando il presidente ha compiuto gli anni (Salvini, unico tra i leader, non gli ha fatto pubblicamente gli auguri).
Cosicchè poco per volta si sta formando un nuovo “arco costituzionale” che, diversamente da quello originale, stavolta tiene fuori dalla porta soltanto la Lega.
Che in questa splendida solitudine rischia l’irrilevanza, abbaiando alla luna.
(da “Huffingtonpost”)
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