PAPA FRANCESCO: “I DISCORSI DEI SOVRANISTI SIMILI A QUELLI DI HITLER, PORTANO ALLA GUERRA”
L’INTERVISTA A “LA STAMPA” E LE SPINE CHE FANNO SANGUINARE IL MONDO: “LE PORTE DEVONO ESSERE APERTE, NON CHIUSE”
«Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perchè si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi… noi…’: sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura”.
In una lunga intervista alla Stampa, pubblicata oggi, papa Francesco punta nuovamente il dito sul pericolo che sente arrivare dall’onda nera che si sta diffondendo anche, ma non solo, in Italia.
“Un paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa — dice papa Francesco rispondendo alle domande di Domenico Agasso Jr – ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre”.
E analoghe sono le preoccupazioni per l’altro pericolo, parallelo e talvolta coincidente, dei populismi: “Stesso discorso. All’inizio — spiega Francesco – faticavo a comprenderlo perchè studiando Teologia ho approfondito il popolarismo, cioè la cultura del popolo: ma una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, “ismi”, non fa mai bene”.
Il Papa vede un’Europa “indebolita con gli anni, anche a causa di alcuni problemi di amministrazione, di dissidi interni. Ma bisogna salvarla. Dopo le elezioni, spero che inizi un processo di rilancio e che vada avanti senza interruzioni”, dice, ricordando che “l’Europa non può e non deve sciogliersi. È un’unità storica e culturale oltre che geografica. Il sogno dei Padri Fondatori ha avuto consistenza perchè è stata un’attuazione di questa unità . Ora non si deve perdere questo patrimonio”.
E invita al dialogo – “ci si deve parlare, confrontare, conoscere. Invece a volte si vedono solo monologhi di compromesso” – ma “partendo dalla propria identità ”. “La globalizzazione — dice — non va concepita come una sfera, ma come un poliedro: ogni popolo conserva la propria identità nell’unità con gli altri”.
Nell’intervista Francesco si dice contento della designazione della tedesca Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, “anche perchè una donna può essere adatta a ravvivare la forza dei Padri Fondatori. Le donne hanno la capacità di accomunare, di unire”.
Fermo anche il richiamo all’accoglienza dei migranti in pericolo: “Mai tralasciare il diritto più importante di tutti: quello alla vita”, dice Francesco ricordando che “ricevere è anche un compito cristiano, evangelico. Le porte vanno aperte, non chiuse. Gli immigrati arrivano soprattutto per fuggire dalla guerra o dalla fame, dal Medio Oriente e dall’Africa. Sulla guerra, dobbiamo impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente l’Africa. Il continente africano è vittima di una maledizione crudele: nell’immaginario collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione è investire lì per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi migratori”
E in un passaggio chiave dell’intervista alla Stampa, Francesco dedica una particolare attenzione all’Ambiente: quando gli viene chiesto di citare un episodio che lo abbia colpito, lo fa raccontando che “alcuni mesi fa sette pescatori mi hanno detto: ‘Negli ultimi mesi abbiamo raccolto 6 tonnellate di plastica’. L’altro giorno ho letto di un ghiacciaio enorme in Islanda che si è sciolto quasi del tutto: gli hanno costruito un monumento funebre. Con l’incendio della Siberia alcuni ghiacciai della Groenlandia si sono sciolti, a tonnellate. La gente di un paese del Pacifico si sta spostando perchè fra vent’anni l’isola su cui vive non ci sarà più. Ma il dato che mi ha sconvolto di più è l’Overshoot Day: il 29 luglio abbiamo esaurito tutte le risorse rigenerabili del 2019. Dal 30 luglio abbiamo iniziato a consumare più risorse di quelle che il Pianeta riesce a rigenerare in un anno. È gravissimo. È una situazione di emergenza mondiale”.
Cosa teme più di tutto per il nostro Pianeta, gli chiede Agasso Jr: “La scomparsa delle biodiversità . Nuove malattie letali. Una deriva e una devastazione della natura che potranno portare alla morte dell’umanità ”, dice esprimendo però fiducia “in particolare nei movimenti di giovani ecologisti, come quello guidato da Greta Thunberg, Fridays for future. Ho visto un loro cartello che mi ha colpito: il futuro siamo noi!”.
(da agenzie)
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