PARENTOPOLI GRILLINA: ASSEMBLEA TRA URLA, LACRIME E SCAMBI DI ACCUSE, SEGRETATA LA RIUNIONE, NIENTE DIRETTA STREAMING
VILMA MORONESE E BARBA R LEZZI HANNO ASSUNTO CONE ASSISTENTI RISPETTIVAMENTE PARTNER E FIGLIA DEL COMPAGNO
Urla, lacrime, lanci (reciproci) di accuse: è un’assemblea decisamente agitata quella tra i senatori del Movimento 5 Stelle in merito alla cosiddetta «parentopoli grillina».
Una vera e propria polveriera lunga tre ore (e ancora in corso).
A lanciare la scintilla l’agguerrita Laura Bignami nell’incontro, la scorsa settimana, con Beppe Grillo e poi rimbalzata nei meetup di tutta Italia.
Lunedì Bignami ha disertato la riunione, ma sul tavolo è finita comunque l’assunzione di collaboratori da parte di alcuni parlamentari: in alcuni casi – è l’accusa avanzata – non sarebbero mancate corsie preferenziali per parenti, partner e «amici di».
Due delle senatrici finite sul banco degli imputati -Vilma Moronese e Barbara Lezzi, accusate di aver assunto rispettivamente partner e figlia del compagno – hanno rigettato gli attacchi, assicurando di avere la coscienza pulita: «Abbiamo rispettato le regole -hanno sostenuto- perchè i partner in questione non sono conviventi».
Ma su questo punto molte le repliche piccate di chi è sposato: «Allora devo divorziare per poter assumere anch’io la mia compagna?», ha chiesto sarcastico un senatore 5 stelle.
ACCUSE E OFFESE
C’è chi, come Vilma Moronese, lascia (in lacrime) l’aula nel corso dell’assemblea. Ma le polemiche non si placano, anzi.
Qualcuno denuncia «il clima disgustoso e avvilente che c’è qui dentro, clima vessatorio e ricattatorio. à‰ vergognoso».
Volano parole grosse anche contro i «sospettati»: «Siamo finiti sui giornali per colpa tua», grida una senatrice attaccando un collega.
Il capogruppo Paola Taverna si allontana dalla riunione sbuffando, il senatore Giovanni Endrizzi tuona richiamando all’ordine i colleghi: «Domani (martedì, ndr) in aula c’è la Cancellieri e stiamo perdendo tempo su questo».
Intanto la riunione va avanti e la tensione non scema.
Una senatrice torna sulla rendicontazione delle spese e accusa: «Come si possono spendere 1.800 euro per capi d’abbigliamento? Le regole non erano queste».
Polemica poi per la mail in cui Claudio Messora, a capo della comunicazione M5S del Senato, comunica ai parlamentari che la riunione non verrà trasmessa in streaming per evitare boomerang mediatici.
NIENTE STREAMING
L’assemblea ha dibattuto per due ore sull’opportunità di andare in diretta streaming.
«Un tempo queste decisioni venivano votate dall’assemblea -lamenta un senatore sbattendo la porta – ora vengono calate dall’altro come un tris di assi».
«Cerchiamo di non farci del male -invita alla calma un altro senatore grillino – qui ci stiamo suicidando».
Qualcuno alza la mano e chiede a gran voce regole chiare sulla vicenda collaboratori: «Solo così si evitano nuovi casi e si danno risposte chiare alla base».
Ma l’assemblea non ha assunto decisioni in merito: al momento non sono previste votazioni e non ha deciso come comportarsi in futuro per evitare nuovi casi di «parentopoli» anche se qualcuno aveva chiesto regole certe per evitare nuove discussioni. Il dibattito, quindi, resta aperto.
(da “il Corriere della Sera”)
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