PARLA VIL MIRZAJANOV, LO SCIENZIATO CHE HA INVENTATO IL NOVICHOK: : “PUTIN E’ UN KILLER. QUANDO NAVALNY È STATO ISOLATO DAL MONDO SU DI LUI HANNO POTUTO SPERIMENTARE QUALSIASI COSA: DA PICCOLE DOSI A UNA DOSE LETALE”
“NAVALNY È STATO USATO COME CAVIA. HANNO VOLUTO PORTARE A TERMINE IL LAVORO LASCIATO A METÀ QUATTRO ANNI FA”
«Aleksej Navalny è stato usato come una cavia umana. Hanno voluto portare a termine il lavoro lasciato a metà quattro anni fa col Novichok». Vil Mirzajanov modella la sua teoria man mano che risponde alle nostre domande al telefono dal New Jersey, negli Stati Uniti.
Lasciato nel 1992 l’Istituto statale di ricerca di chimica organica e tecnologica (GosNIIOKhT) di Mosca, amministrato dall’esercito e dal Kgb, lo scienziato oggi 88enne fu il primo a rivelare il programma sovietico per lo sviluppo di armi chimiche, tra cui l’agente nervino letale Novichok, “Novellino” in russo, che ridusse Navalny in coma nel 2020 e che, secondo vedova e collaboratori, potrebbe averne causato la morte il 16 febbraio.
Che cosa le fa pensare che Navalny sia stato ucciso dal Novichok?
«L’uomo che conoscete (Vladimir Putin, ndr) è un killer. Stando alla sua logica, ha voluto portare a termine il lavoro che si era prefissato nel 2020 e lo ha voluto completare nello stesso modo. Il precedente tentativo di avvelenare Navalny nel 2020 non aveva avuto l’effetto desiderato. E non si poteva lasciare incompiuto un altro omicidio col Novichok, su cui era stato investito tanto tempo e denaro.
Ma quando Navalny è stato trasferito nella colonia penale oltre il Circolo Polare Artico ed è stato isolato dal mondo, hanno potuto usarlo come una cavia da laboratorio. Su di lui hanno potuto sperimentare qualsiasi cosa: da piccole dosi a una dose letale. Per evitare futuri imbarazzanti errori».
È possibile che sia stata sintetizzata una nuova versione?
«Ne furono sintetizzate cinque, se ricordo bene. Hanno potuto sperimentarle a loro discrezione sull’uomo-cavia Navalny. Nella colonia penale, avevano possibilità infinite».
Secondo il Servizio penitenziario federale, “Navalny ha perso conoscenza” prima di morire. Alla madre Lyudmila è stato invece detto che il figlio è morto a causa della sindrome da morte improvvisa che causa l’arresto cardiaco. La perdita dei sensi e l’arresto cardiaco possono essere conseguenza del Novichok?
«Le autorità mentono. Credere loro sarebbe ridicolo. Ma la risposta è sì. Il Novichok colpisce il sistema nervoso centrale, perciò è una sostanza tossica molto pericolosa. Quando un uomo riceve una dose di Novichok, letale o no che sia, i primi sintomi sono la restrizione della pupilla, il vomito e la perdita di conoscenza. Se la dose è letale e non si somministra un antidoto, segue l’arresto cardiaco».
E le convulsioni? Un barelliere ha raccontato a “Novaja Gazeta Europe” che il corpo presentava lividi compatibili con convulsioni…
«Le convulsioni sono un sintomo di avvelenamento da agenti nervini, non solo da Novichok. Potrebbero essere provocate anche dal Vx, dal Sarin, dal Soman, da qualsiasi agente nervino organofosforico».
È possibile che le tracce di Novichok scompaiano dal corpo?
«No, non scompaiono. Soprattutto da una salma. Se il Novichok è nel corpo, può essere estratto e la sua presenza può essere dimostrata anche a distanza di anni. Però la salma è pericolosa. Non ci si dovrebbe avvicinare senza maschere e tute».
Chi può dare l’ordine di usare il Novichok?
«L’ordine può arrivare soltanto dai massimi vertici. Da Vladimir Putin in persona. Soltanto il Cremlino può ordinare di usare il Novichok».
Non si pente mai di aver contribuito alla sua creazione?
«Quando Navalny fu avvelenato nel 2020, dissi che mi assumevo ogni mia responsabilità. Ma nessuno ha mai accettato le mie scuse. Né i familiari, né i collaboratori di Navalny».
(da La Repubblica)
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