PARLAMENTARI, DIMEZZAMENTO ADDIO: ARRIVA UN TAGLIO DI 200 SEGGI, ECCO L’ACCORDO TRA PDL, PD E UDC
ENTRO 15 GIORNI I TRE PARTITI DECIDERANNO IN MATERIA DI POTERI DEL PREMIER, RIFORMA DELLA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE, BICAMERALISMO E FIDUCIA COSTRUTTIVA
Mini-taglio del 20 per cento, circa 200 seggi in meno, anzichè l`annunciato dimezzamento del numero dei parlamentari.
Nuovi poteri del premier, una sola Camera per approvare le leggi, sfiducia costruttiva ossia il governo va a casa solo se si trova una nuova maggioranza.
Sono queste le basi dell`intesa raggiunta nel vertice tra Alfano, Bersani e Casini con gli esperti dei rispettivi partiti.
Entro 15 giorni si deve arrivare alla scrittura di un testo unico da parte di Pdl, Pd e Terzo polo.
Sarà una legge costituzionale che comincerà il suo cammino al Senato e ha bisogno di quattro votazioni per arrivare in porto.
Fini e Schifani dicono: «Ce la possiamo fare».
E la cancellazione del Porcellum?
La discussione sulla legge elettorale viene rinviata a dopo le amministrative.
La tornata elettorale darà qualche risposta più precisa sulle alleanze che tengono e quelle che invece vanno in frantumi.
Le posizioni quindi restano per il momento congelate. Alfano invoca ancora l`indicazione del premier. ll Pd non si fida e teme che le riforme istituzionali possano nascondere una trappola: non fare nulla contro il Parlamento dei nominati.
Però ci sono passi avanti anche in questa direzione. Passi che spiazzano Idv e Sel per esempio. ll Terzo polo non si è fatto sorprendere da un sistema tedesco con correzioni maggioritarie che favorisce i primi due partiti ma aiuta anche Casini e il suo partito, che si sentono in crescita, a mantenere un ruolo cruciale.
Passi avanti anche sulla revisione del Porcellum in favore di un sistema tedesco con correzione maggioritaria
Alfano, Bersani e Casini, ma anche gli altri partiti sono d`accordo, hanno deciso che gli inquilini di Montecitorio debbano scendere a 500 a partire dalla prossima legislatura.
Taglio anche per i senatori: da 315 dovrebbero diventare 250.
Se si trovasse anche l`intesa su un modello elettorale ispano-tedesco, alla Camera 464 deputati sarebbero eletti con un sistema misto uninominale-proporzionale e uno sbarramento del4- 5%.
Altri 14 seggi andrebbero ai partiti minori come” diritto di tribuna”, mentre 12 resterebbero per l`estero.
Circa 10 seggi poi verrebbero trasformati in un piccolo premio di maggioranza..
Anche il Senato userebbe la stessa ripartizione.
La riforma del bicameralismo perfetto prevede il passaggio ad un “bicameralismo funzionale”. In pratica ogni due mesi le capigruppo di Camera e Senato stilano un calendario delle proposte da discutere nelle rispettive aule e poi affidano i provvedimenti a Montecitorio o a Palazzo Madama.
Una volta approvato la legge in un ramo del Parlamento l`altro ramo ha 15 giorni di tempo per “richiamarla” ed esaminarla a sua volta.
Dopo 30 giorni la deve comunque licenziare, mal`ultima parola spetta al ramo che lo ha approvato.
Solo questa camera può approvarlo definitivamente.
Un meccanismo che sicuramente non piacerà alla Lega e a chi ha sempre puntato sul Senato come Camera delle Regioni, espressione delle realtà regionali e locali.
Il progetto di riforme costituzionali su cui è stata trovata l`intesa dalla maggioranza di governo prevede l`introduzione del meccanismo della sfiducia costruttiva.
Un meccanismo, per esempio, in vigore nel sistema costituzionale tedesco.
In parole povere il governo nasce da un voto di fiducia del Parlamento riunito in seduta comune e muore con un voto di sfiducia del Parlamento riunito in seduta comune.
Questo vuol dire che al momento del voto deve esistere una nuova maggioranza parlamentare che sostituisce o rafforza la precedente.
Un`ipotesi che mette in discussione il”credo” del govemo e del premier eletto con la sua maggioranza, un modello senza alternative che in caso di crisi prevede, in linea teorica, solo il ritorno alle urne.
Uno degli aspetti meno appariscenti, ma fondamentale della discussione sulle riforme e la legge elettorale è quello della revisione dei regolamenti parlamentari.
L`obiettivo che si vuole raggiungere è di dare al governo delle corsie preferenziali per i progetti che debbono realizzare il suo programma.
Corsie che devono assicurare all`esecutivo tempi certi per l’approvazione dei provvedimenti. Questo dovrebbe portare alla razionalizzazione del ricorso ai decreti legge.
La modifica dei regolamenti potrebbe incidere anche sui meccanismi di formazione dei gruppi parlamentari, impedendo la frammentazione e il passaggio da un gruppo all`altro.
Cambia anche il potere del premier.
Oltre all`indicazione dei ministri, che vengono poi nominati dal capo dello Stato, il presidente del Consiglio, ed è questa la novità , avrà anche il potere di revoca.
Per dire, con questa riforma Berlusconi avrebbe potuto dare il benservito al ministro dell`Econormia Tremonti.
Al nuovo governo la fiducia verrà votata la prima volta da Camera e Senato riuniti in seduta comune.
Nella bozza è prevista la modifica dell`articolo 117 della Costituzione che regola le competenze di Stato e Regioni. La maggioranza vuole dare più poteri allo Stato ed evitare conflitti davanti alla Consulta sulle infrastrutture, dalle strade ai porti.
La discussione sulla legge elettorale è stata rinviata a dopo le amministrative.
Con qualche sospetto del Partito democratico che teme sempre l`affetto nutrito dal Pdl per il Porcellum.
In realtà un`intesa di massima è già stata raggiunta.
Prevede un sistema in cui i 150 per cento dei parlamentari viene eletto con i collegi uninominali e il restante 50 con il proporzionale.
E un sistema che si avvicina molto al modello tedesco ma che grazie a collegi piccoli e soglia di sbarramento alta favorisce i partiti maggiori.
Il Terzo polo non la teme perchè sente di essere in crescita.
Si dovrà discutere se garantire alle forze minori un diritto di tribuna.
Silvio Buzzanca e Goffredo De Marchis
(da “La Repubblica”)
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