PARLAMENTARI IN RIVOLTA CONTRO I TAGLI: GUADAGNANO OLTRE 15.000 EURO AL MESE, MA 1.400 EURO IN MENO SONO TROPPI
FINI AVEVA PROPOSTO DI TAGLIARE DEL 15% SIA LO STIPENDIO BASE CHE LA DIARIA, MA E’ SCOPPIATA LA RIVOLUZIONE DEI “TENGO FAMIGLIA” …. SONO SCESI A SOLO 1.000 EURO IN MENO: C’E’ CHI SOSTIENE CHE UN PARLAMENTARE DEVE MANTENERE “UN ADEGUATO TENORE DI VITA”, COMPRESI ABITI E RISTORANTI DI LIVELLO
Avevamo già accennato che, mentre Tremonti aveva provveduto a ridurre del 10% lo stipendio dei ministri e dei sottosegretari (stipendi base 5.000 e 3.000 euro da sommare ai 15.000 euro come parlamentari), che quindi si vedranno decurtare la piccola somma di 500 e 300 euro al mese, per deputati e senatori era stato il presidente della Camera ad avocare a sè il taglio da operare, comprese spese e dipendenti.
Fini aveva subito indicato il 15% di riduzione per i deputati, non solo sulla paga base di circa 5.500 euro, ma anche sulla diaria mensile di oltre 4.000 euro.
Come ha ufficializzato la sua proposta, ovvero 1.400 euro in meno al mese sugli oltre 15.000 che percepiscono i deputati, alla Camera si è scatenato l’inferno.
Chi a sostenere che non è giusto tagliare del 15% quando i ministri si tagliano solo del 10%, chi ad affermare che deve pagare un mutuo, chi ha una famiglia da mantenere.
Risultato: dopo varie giornate di mugugni e trattative sottobanco, anche nelle due Camere la percentuale è scesa al 10%, sempre sulla base imponibile voluta da Fini.
In pratica l’esborso da 1.400 euro scende a 1.000 euro.
Ma ecco la associazione degli ex parlamentari che protesta con tanto di nota ufficiale, per chiedere che non vengano toccati gli emulumenti in quanto “ne và della dignità del Parlamento”.
Una parola critica arriva anche dal vicecapogruppo Pdl, Osvaldo Napoli, secondo cui, udite udite, “dato che vi sono colleghi che hanno organizzato la loro vita e hanno acceso mutui, l’ideale sarebbe un taglio del 5% sullo stipendio base di 5.000 euro”, ovvero la “grande somma” di 250 euro al mese. Siamo alla follia: ecco un altro deputato che urla “pensino piuttosto a dimezzare i costi di Consulta e Quirinale e a togliere le auto blu” .
E un altro: “il parlamentare necessita di un adeguato tenore di vita, deve mantenersi a Roma, frequentare ristoranti, acquistare abiti di livello”.
E mentre il leghista Brigandì se la prende coi magistrati che guadagnano troppo e altri dicono che già danno una quota al partito, il clima continua a peggiorare.
C’è solo da sperare che la norma venga presto fissata: la sensazione è che altrimenti tra qualche giorno qualcuno proporrà un aumento, invece che una decurtazione.
O magari potrebbero aprire una sottoscrizione a sostegno della loro manifesta indigenza.
Beato il disoccupato che non ha problemi a comprarsi un abito “adeguato al suo stato sociale”….
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