PARMA, UNDICI ARRESTI PER CORRUZIONE: IN MANETTE TRE DIRIGENTI COMUNALI, IL COMANDANTE DEI VIGILI E SEI IMPRENDITORI
SECONDO ATTO DELL’OPERAZIONE SULLE TANGENTI DEL VERDE PUBBLICO…TANGENTI PER CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO….CHIESTE LE DIMISSIONI DEL SINDACO PIETRO VIGNALI
Undici persone sono state arrestate nelle prime ore di ieri dalla Guardia di finanza nel corso del secondo atto dell’operazione “Green money” sulle tangenti nel verde pubblico.
Tra queste tre dirigenti del Comune: il comandante della polizia municipale Giovanni Maria Jacobazzi, il direttore marketing – già capo dello staff del sindaco e direttore di Infomobility – Carlo Iacovini (adesso responsabile del progetto Zero Emission City) e Manuele Moruzzi del settore Ambiente, legati a filo doppio al sindaco Pietro Vignali fin dai tempi dell’assessorato all’Ambiente. I
n manette anche il direttore generale della multiutilty Iren a Parma Mauro Bertoli, il presidente di Engioi (società per azioni di cui il Comune detiene la maggioranza) Ernesto Balisciano, il presidente e il vice della cooperativa Student work service Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Mori, gli imprenditori Gianluca Facini, Norberto Mangiarotti, Alessandro Forni e l’investigatore privato Giuseppe Romeo Lupacchini.
Gli undici arrestati, che si trovano in carcere da questa notte, sono accusati di corruzione e reati contro la pubblica amministrazione.
La Guardia di finanza nel corso della conferenza stampa ha parlato di un giro di soldi pubblici per mezzo milione di euro.
Nel corso dell’indagine – che non è ancora conclusa – sono state fatte perquisizioni in città , in provincia e anche in altre località .
Stamattina i finanzieri si sono presentati nel comando della Municipale in via del Taglio, negli uffici comunali del Duc e in municipio .
E’ stato accertato il pagamento di tangenti per diverse centinaia di migliaia di euro.
Il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia che ha commentato: “A Parma il fenomeno della corruzione è molto diffuso. L’ex Enìa è una mucca da mungere”.
Alla domanda se i politici fossero a conoscenza dell’accaduto Laguardia ha risposto ai giornalisti: “Questa è una considerazione che dovete fare voi”.
Il sistema era quello di drenare soldi al Comune tramite consulenze fittizie, fatturazioni gonfiate e servizi mai resi.
Ad esempio 50-70mila euro sono state spese per una consulenza sui canali irrigui che non era di alcuna utilità all’Amministrazione.
Altre 180mila euro hanno finanziato i fiori del Lungoparma, le “pink roses”, per le quali non funzionava neanche l’impianto di irrigazione.
Gli arrestati con i soldi pubblici si facevano sistemare i propri giardini fatturando i lavori come se fossero servizi pubblici.
Il giardino di Paco e Ax, i cani lupo dei vigili, non è mai stato realizzato: con i soldi stanziati, però, Jacobazzi ha riqualificato l’area verde della sua casa al mare a Santa Marinella.
Il comandante della Municipale è accusato anche di concussione: avrebbe fatto pressioni su un agente che aveva multato Rosi per il dehors installato in via Farini.
Minacciò di trasferirlo se non avesse tolto la sanzione.
“E’ evidente – secondo Laguardia – quanto Jacobazzi fosse succube dei potenti della città “.
Ma non è finita qui.
Il capo dei vigili vendeva anche informazioni riservate su aziende e privati cittadini reperibili nei database ministeriali. L’investigatore di Monza arrestato, Giuseppe Lupacchini, le comprava a caro prezzo: 4mila euro l’una. Jacobazzi si recava personalmente nel centro lombardo con un’auto del Comune e per questo dovrà rispondere anche del reato di peculato d’uso.
Il comandante martedì prossimo si sarebbe dovuto presentare in aula nel corso del processo contro i vigili che nell’ottobre del 2008 aggredirono e insultarono il giovane ghanese Emmanuel Bonsu, scambiato per il palo di un pusher mentre attendeva nel parco Falcone e Borsellino l’inizio delle lezioni serali dell’istituto tecnico che frequentava.
Jacobazzi entrò in servizio a Parma subito dopo l’accaduto.
Con i soldi pubblici, oltre a sistemare i loro giardini, i dirigenti comunali sistemavano anche le proprie consorti.
I contribuenti parmigiani hanno pagato la riqualificazione del cortile dell’asilo di Brescia dove lavora la moglie di Iacovini.
Mentre quella di Moruzzi, titolare di un’azienda che si occupata di toelettatura di animali chiamata Ringhio, ha incassato 50mila euro (4mila al mese) per fare il bagno ai cani del canile pubblico.
Peccato che a occuparsi della loro igiene non sia stata lei, ma i volontari della struttura.
Mangiarotti e Balisciano, erano rispettivamente il presidente e il finanziatore di Parma People, la struttura messa in piedi da Pietro Vignali per finanziare la sua campagna elettorale a sindaco.
Sono rimasti senza parole i vigili urbani in servizio questa mattina al comando di via Del Taglio. Qualche clic per carpire le poche informazioni già disponibili – corruzione per centinaia di migliaia di euro – poi via al tam tam.
In pochi minuti la notizia si diffonde in tutto il comando. Chi è in servizio fuori viene raggiunto dalle telefonate e dagli sms dei colleghi. E la novità viene accolta con più sconcerto che incredulità .
“Be’, detto fra noi, qualcosa doveva accadere – è il commento di un agente che desidera rimanere anonimo – qui abbiamo avuto ispezioni della Finanza, anche per il verde di questi benedetti cani. C’era da aspettarselo…”.
L’agente si riferisce allo spazio verde che doveva essere predisposto per Paco e Ax, i due “vigili a quattro zampe”, dalla ditta di Alessandro Forni, l’imprenditore già indagato nel primo stralcio dell’inchiesta Green Money.
E poi monta l’indignazione: “Io mi chiedo: dove stiamo andando? Dopo il caso Bonsu, ci mancava anche questa. E’ una vergogna. Io onoro la divisa che porto da tanti anni. Ora la gente che penserà ? Dobbiamo chiudere il comando?”.
Mentre stamattina l’opposizione chiedeva le dimissioni del sindaco – l’ufficio stampa dell’Amministrazione comunale annunciava che tutte le conferenze in programma per oggi erano state annullate.
L’atmosfera in municipio era glaciale. “Siamo sconcertati – ha commentato un dipendente prima della conferenza stampa dei finanzieri – nessuno si aspettava niente del genere”.
Nel pomeriggio, poco prima del consiglio comunale, il primo cittadino Pietro Vignali ha dichiarato di non avere nessun intenzione di rimettere il mandato.
“Sono fatti che riguardano singole persone – ha commentato con i giornalisti – io ero all’oscuro di tutto”.
Sdegnata la reazione della minoranza: “Impossibile che non sapesse” .
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