PD E M5S PENSANO GIA’ ALLA BASILICATA: SOLUZIONE UNITARIA VICINA, C’E’ “OTTIMISMO”
L’INTESA SU UN “NOME NUOVO E CREDIBILE”… ALLE POLITICHE LA SOMMA TRA M5S E VERDI SUPERAVA DI MOLTO I CONSENSI DEL CENTRODESTRA
Nel centrosinistra c’è «ottimismo» sulla Basilicata. La soluzione unitaria pare alle porte, con un nome «nuovo, credibile», che sia in grado di contendere la vittoria al favorito centrodestra.
Angelo Chiorazzo resiste, ma nel campo largo sono ormai in pochi a credere che non possa non fare un passo di lato. In molti sono sicuri che sarà lo stesso imprenditore a risolvere la faccenda, proponendo una candidatura che tenga conto del territorio e a cui nessuno potrà opporre un altro «no».
Le interlocuzioni sono continue: Pd e Movimento cinque stelle hanno lavorato per tutta la giornata del silenzio elettorale per il voto in Abruzzo per chiudere la partita lucana .
Dopo l’esito delle Regionali in Abruzzo e in attesa delle Europee e delle Amministrative dell’8 e 9 giugno, i riflettori della politica italiana saranno proiettati sulla Basilicata dove il 21 e il 22 aprile si andrà alle urne per eleggere il governatore e i 20 componenti del Consiglio regionale.
Il centrodestra ha ufficializzato lo scorso 28 febbraio la sua scelta, con la ricandidatura del presidente uscente, Vito Bardi (Foza Italia): in queste ore i partiti sono al lavoro per allargare il perimetro della coalizione, al cui interno ci potrebbero essere anche persone di Italia Viva.
Il 22 e il 23 marzo, invece, dovranno essere presentate le liste. È evidente che il tempo per il centrosinistra stia per scadere.
Dopo i colloqui avuti a Roma da Chiorazzo – indicato come candidato governatore da Basilicata Casa Comune e sostenuto dal Pd lucano – con la segretaria del Pd, Elly Schlein, e con il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, le trattative sono andate avanti con un filo diretto tra Potenza e la Capitale.
Da giorni, però, in Basilicata è chiaro a tutti che questa sia una decisione tutta «romana». Del resto, per il Pd lucano la questione era stata già chiusa con il voto della Direzione regionale che, sabato scorso, aveva dato il secondo «ok», dopo quello espresso a ottobre, al fondatore della cooperativa Auxilium.
L’esito del voto in Sardegna, con la vittoria di Alessandra Todde, ha però segnato una svolta anche per la Basilicata. Il mancato gradimento da parte dei Cinque stelle per Chiorazzo ha di fatto chiuso la possibilità al civico di essere il portabandiera di tutta la coalizione del centrosinistra.
Ecco perché da giorni stanno andando avanti le trattative per convincere Chiorazzo a rinunciare alla candidatura a governatore e semmai «accontentarsi» di guidare una lista a sostegno del campo largo.
E poi c’è la forza delle liste, almeno quattro o cinque, già pronte: tutti argomenti messi sul tavolo delle trattative, mai interrotte, da Chiorazzo con i leader di Pd e M5S.
Cosa manca allora per ufficializzare il suo passo indietro? Quasi sicuramente solo il «placet» unanime al nome proposto dallo stesso Chiorazzo. Chi sarà? La sensazione è che non sarà nessuno di quelli usciti nelle ultime ore.
Quindi quotazioni in ribasso per i manager Giampiero Maruggi e Lorenzo Bochicchio, per il presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, Rocco Paternò, e per il presidente della Provincia di Matera, il dem Piero Marrese.
Alle politiche del 2022 in Basilicata, il centrodestra ottenne solo il 38,3% (FdI al 18,2%, Forza Italia al 9,4%, Lega al 9%, Noi con l’Italia all’1,8%). M5s risultò essere primo partito con il 25%, il Pd si fermò al 15,2% ma con Verdi e altri il centosinistra arrivo’ al 21,6% e buon successo ebbe l’alleanza fra Renzi e Calenda: 9,8%.
Il campo largo stando a quei numeri avrebbe ottenuto il 46,6% lasciando fuori Azione Iv, e da solo avrebbe distanziato molto il centrodestra.
(da Globalist)
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