“PD E M5S UNITI IN TUTTE LE CITTA'”: L’OFFERTA DI LETTA E IL GRANDE OSTACOLO DELLA RAGGI
LETTA E CONTE: NIENTE ALLEANZE A MACCHIA DI LEOPARDO, MA INTESA TOTALE
“Alle amministrative non possiamo permetterci il lusso di non presentarci uniti ovunque”. A un certo punto della chiacchierata i due ex premier si guardano negli occhi e condividono un obiettivo: niente alleanze a macchia di leopardo, il cantiere della nuova coalizione deve porre come fondamenta una vittoria al debutto elettorale nelle grandi città . “Altrimenti sarà dura proseguire insieme alle Politiche”, è il ragionamento su cui si trovano d’accordo.
Non è un passaggio scontato, quello che Enrico Letta e Giuseppe Conte consumano alle undici del mattino, mentre anche nella sede dell’Arel, che è la “seconda casa” del segretario pd, giungono gli echi della battaglia del Campidoglio, dove i consiglieri dem vogliono sfiduciare la sindaca Virginia Raggi.
Un autentico cruccio per entrambi, la prima cittadina di Roma, il granello di sabbia capace di inceppare la “gioiosa macchina da guerra” che si intende costruire: un centrosinistra largo, da Calenda a Fratoianni, con il Pd al centro e il Movimento in asse.
Da testare sul campo più importante che c’è: la Capitale d’Italia. Dove servirebbe un candidato unico, non dividersi in tre pezzi, tanti quanti sono oggi i potenziali competitor di una possibile coalizione. Nicola Zingaretti è il sogno, l’uomo che non ha mai perso un’elezione. Irremovibile al momento, ma da qui a ottobre c’è tempo: la speranza è convincerlo, alla fine.
“Chi va da solo è meno efficace”, scandisce Conte, accomunato all’altro capo partito dallo strano status di debuttante nel nuovo ruolo ed ex inquilino di Palazzo Chigi, sfrattati dalla stessa mano: quella di Matteo Renzi. E quando, dopo lunga riflessione sul da farsi, Letta decide di postare su Twitter la foto dell’incontro, in tanti pensano a una cartolina per l’ex Rottamatore, che dal canto suo fa sapere, ruvido, che l’incontro con il redivivo Enrico non è ancora programmato.
Nelle pieghe della conversazione durata circa un’ora – un’apertura dedicata all’emergenza Covid, fra vaccinazioni e Recovery – ci sono altri punti di concordia: ad esempio sull’esigenza di portare avanti insieme alcune riforme in Parlamento, dalla sfiducia costruttiva alla norma anti-trasformisti che penalizza i cambi di casacca. Letta ne parlerà , nel pomeriggio, anche alla presidente del Senato.
Restano sul sfondo, pressochè inespresse, le divergenze. Che pure ci sono.
A partire da quelle sulla legge elettorale, che il segretario pd vuole in senso maggioritario e i 5S di stampo proporzionale. Ma ci sarà modo di parlarne, adesso è l’ora delle consonanze. Di definire con chiarezza schema di gioco e regole di ingaggio.
Per costruire quel “fronte civico e sociale ampio” delineato ieri dall’ex ministro Francesco Boccia. Di questa coalizione i 5S saranno alleati principali, non forza organica.
È il concetto del doppio cerchio contiguo, che serve per rimarcare la differente identità dei due principali azionisti del Conte II, placandone i dissensi interni, ma anche per rassicurare quanti – in primis appunto Renzi – arricciano il naso davanti all’abbraccio con i grillini
Il leader in pectore dei 5s si muove in una curiosa forma ufficiosa. Da solo, senza il portavoce Rocco Casalino al seguito e con la maggior parte di deputati e senatori pentastellati tenuti all’oscuro: in tanti, ieri pomeriggio, hanno cercato al cellulare “Giuseppi” per avere notizie sul faccia a faccia con Letta. Ma senza avere risposta. Il futuro, per ora, è solo immaginato dietro quella carta geografica che anima, si fa per dire, l’immagine della prima uscita del nuovo capo.
(da agenzie)
Leave a Reply