PDL E LEGA FANNO IL TIFO PER BERSANI
LO REPUTANO UN INTERLOCUTORE PIU’ AFFIDABILE DI FRANCESCHINI E PIU’ DISPONIBILE AL DIALOGO SULLE RIFORME…E’ ANCHE RITENUTO PERO’ PIU’ PERICOLOSO DAL PUNTO DI VISTA ELETTORALE… UNA OPPOSIZIONE IN SALUTE FA BENE AL GOVERNO
Nessuno lo dice apertamente, ma è qualcosa di più di una voce di corridoio: nella coalizione di centrodestra si guarda con attenzione alle primarie del Pd di domenica prossima e si fa un tifo discreto, ma convinto, per Pierluigi Bersani.
Silvio Berlusconi lo reputa infatti più affidabile di Dario Franceschini con il quale non ha mai avuto feeling.
Mentre con Dario il premier non si siederebbe mai a un tavolo per dialogare sulle riforme, Bersani viene considerato un interlocutore con cui si può discutere.
A pensarla così sono anche i leghisti, in via Bellerio Bersani viene considerata una persona seria, con una certa sensibilità verso i problemi del Nord e ciò è ritenuto sufficiente.
Nel Pdl emergono in verità due anime: da un lato c’è chi fa un calcolo meramente utilitaristico e preferisce che vinca Franceschini, ritenendo, a torto o a ragione, che la sua affermazione permetterebbe al Pdl di governare a lungo, dall’altra chi invece guarda lontano e spera che si possa, con Bersani, ristabilire un rapporto tra maggioranza e opposizione.
Ci sono infine i “berluscones” duri e puri che escludono qualsiasi dialogo col Pd, a prescindere da chi venga eletto segretario.
In verità chi tifa Bersani spera che il Pd rompa l’alleanza con Di Pietro, considerato il nemico principale del premier, in secondo luogo che il Pd abbandoni per sempre l’anti-berlusconismo come ideologia dominante. Bersani viene visto come uno non pregiudizialmente anti-berlusconiano, mentre Franceschini uno che usa i toni di Di Pietro.
Se viene ritenuto affidabile come interlocutore, è anche vero che Bersani è anche considerato da parte del Pdl più pericoloso dal punto di vista elettorale per la sua maggiore capacità di acquisire consenso e per la sua intenzione di aprire all’Udc di Casini, in attesa di vedere come andrà a svilupparsi il “Grande Centro”.
Secondo il politologo Alessandro Campi, responsabile di FareFuturo e vicino al presidente della Camera, Gianfranco Fini, in realtà “nessuno dei due rappresenta una novità “, ma va sottolineato che “una opposizione in salute innesca un circolo virtuoso che fa bene anche al governo”.
Campi conclude che “Bersani è dotato di un pragmatismo emiliano che gli permette di avvicinarsi meglio alla mentalità del Pdl, specie sui temi economici, e anche lui ammette che nel nostro Paese esiste un problema di rapporti tra politica e giustizia, mentre Franceschini sembra essere l’erede di Scalfaro”.
Valutazioni ci pare un po’ interessate da parte del Pdl che non sembra sapersi liberare dal problema giustizia, forse perchè in realtà tale questione viene vista solo in funzione dei guai giudiziari del premier e su come risolverli. Una visione che finisce per condizionare le stesse priorità del governo e i rapporti con l’opposizione.
Bersani è un pragmatico e un politico d’alemiano navigato. Non rappresenterà il nuovo che avanza ( in questo più lineare sicuramente Marino), ma il fatto di rassicurare di più il centrodestra non depone a suo favore.
Se non in una prospettiva di distribuzione di potere territoriale che ricorda i vecchi tempi della Prima Repubblica.
Alternarsi al comando e arrivare sempre in volata per non cambiare mai la classifica.
La stabilità per noi è altra cosa, ovvero un governo che sappia governare con un confronto costante con l’opposizione, da cui trarre anche stimoli e idee. Ma avendo un progetto da perseguire che non sia solo di occupare il potere e poi distribuire poltrone. Senza idee, senza cuore e senza anima.
E non amiamo una opposizione che ne sia la carta carbone.
Leave a Reply