PENSIONI CITTADINANZA, RIGETTATA UNA DOMANDA SU TRE PER REDDITO SUPERIORE ALLA FASCIA DI APPARTENENZA
MA A CAUSARE IL PASTICCIO E’ IL FATTO CHE LA GENTE PENSAVA CONTASSE L’ISEE, INVECE E’ L’ISR… E ALLA FINE CHI HA UNA PENSIONE DI 650 EURO E’ CONSIDERATO DAL GOVERNO UN SOGGETTO RICCO
Una domanda su tre per le pensioni di cittadinanza è stata rigettata dall’INPS. Secondo l’elaborazione dell’Osservatorio CPI su dati INPS il beneficio è stato negato a causa del reddito superiore alla fascia di appartenenza, ma questo apre un contenzioso tra gli annunci e la realtà dei fatti.
Nonostante che sul portale del ministero del Lavoro, nonchè sui siti correlati di previdenza e politiche sociali, campeggi ancora il tetto Isee di 9.360 euro per ottenere il beneficio, di fatto non è l’Indicatore della situazione economica equivalente, l’Isee appunto, a governare la barra ma l’Isr. Ovvero l’Indicatore della situazione reddituale.
Il corrispondente dell’intera somma di redditi percepiti senza gli sgravi fiscali e tanto meno gli affitti e altri ratei e, quindi, inevitabilmente più consistente. Può essere infatti considerato una sorta di «netto-lordo» senza alcuna detrazione aggiunta.
E così, malgrado il pensionato o la coppia di pensionati abbia un Isee contenuto all’interno della fascia minima l’Inps ha decretato la completa inadeguatezza reddituale sulla base dell’Isr.
Questo ha portato la percentuale dei dinieghi intorno al 30% di tutti coloro che sono arrivati al completamento dell’istruttoria. Si tratta di pensionati con all’attivo assegni addirittura al di sotto dei 650 euro al mese.
La povertà è stata abolita, però. Quindi con 650 euro si è ricchi.
E chi se lo aspettava, eh?
(da “NextQuotidiano”)
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