PER LA MELONI DALLA COSTA D’AVORIO NON C’E’ MOTIVO DI SCAPPARE: IERI INFATTI MILITARI AMMUTINATI, MINISTRO PRESO IN OSTAGGIO E CAOS
POCHI MESI FA IN UN ATTACCO A UN RESORT 14 MORTI, 50 FERITI, UCCISI 5 EUROPEI DALL’ISIS… MA PER LA MELONI CHE VOLETE CHE SIA
I militari ammutinati in Costa d’Avorio per stipendi non pagati hanno liberato il ministro della Difesa, Alain Richard Donwahi, trattenuto con il suo staff in ostaggio nella seconda città del Paese, Bouakè, che ieri hanno conquistato.
Il ministro ha lasciato la città . In precedenza i soldati “ribelli” avevano denunciato l’intesa che il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara, aveva annunciato di aver raggiunto con i reparti militari che si sono ammutinati.
I militari hanno bocciato i termini dell’accordo e hanno trattenuto di fatto in ostaggio per un paio di ore il ministro della Difesa salvo poi liberarlo.
Il movimento di rivolta è partito da Bouakè, città nel centro del Paese già “capitale” della rivolta contro il governo, che portò alla guerra civile tra il 2002 e il 2010. Notizie di sollevamenti da parte di militari sono giunte anche dai centri di Daloa e di Korhogo, quest’ultimo nel nord del paese.
La rivolta sarebbe stata innescata da ex miliziani ribelli, integrati nelle forze armate dagli accordi di pace, che chiedono una cifra pari a 7.600 euro e una casa ciascuno.
Già nel novembre 2014, un’ondata di proteste da parte di militari che rivendicavano il pagamento dei loro salari era partita da Bouake’ per raggiungere Abidjan, la capitale economica della Costa d’Avorio, e altre città .
A marzo un altro attentato aveva sconvolto la Costa d’Avorio.
Quattordici civili morti, due militari e oltre 50 feriti. Tra le vittime accertate 5 ivoriani, 1 libanese e 5 europei, uno di loro era francese. Questo il bilancio dell’attacco avvenuto nei pressi di tre resort turistici di Grand Bassam, cittadina costiera di 80mila abitanti a 40 chilometri da Abidjan, capitale della Costa d’Avorio.
Erano le 4 del pomeriggio quando un gruppo armato di 7 persone a bordo di due piccole barche approda su una spiaggia molto frequentata da turisti stranieri, diplomatici e ricchi ivoriani.
Armati con kalashnikov e granate, viso coperto da passamontagna e al grido di «Allah u Akbar (Dio è grande, in arabo)», i miliziani affiliati ad Al Qaeda nel Maghreb (Aqmi) che in serata ha rivendicato il gesto, iniziano a sparare all’impazzata.
Molte delle persone che si trovavano sulla spiaggia e in acqua erano ospiti nell’Hotel Etoile du Sud, struttura della catena The Southern Sun.
Tra i morti molti membri dello staff dell’albergo e un bambino di cinque anni che, secondo alcuni testimoni, in ginocchio e impaurito avrebbe chiesto pietà prima di essere ucciso.
Alcuni ospiti si sono nascosti nei bagni della struttura alberghiera, mentre altri hanno trovato riparo nelle case limitrofe. L’attacco è proseguito in altri due hotel nelle vicinanze, ma l’immediato arrivo delle forze di sicurezza ivoriane e francesi, presenti sul posto con un contingente di tremila militari per combattere la minaccia terrorista nel Sahel, ha evitato che il numero delle vittime fosse superiore.
Nello scontro a fuoco con le teste di cuoio, secondo fonti governative, 6 dei 7 attentatori, che avevano preso anche alcuni ostaggi, sono stati uccisi.
I superstiti hanno raccontato scene agghiaccianti: «Sparavano a chiunque riuscivano a trovare, facevano urlare Dio è grande e poi li uccidevano» ha raccontato un superstite alla polizia spiegando di essersi salvato nascondendosi in camera a chiave per tre ore. Da settimane il livello di guardia si era alzato in Costa d’Avorio.
Lo scorso anno, però, nel Nord del Paese, a maggioranza musulmana, al contrario del Sud cristiano, erano state chiuse alcune moschee ed espulsi dal Paese imam stranieri considerati radicali.
Gli avvenimenti indicati pare non siano stati comunicati a Giorgia Meloni visto che pochi giorni fa scherniva i profughi provenienti dalla Costa D’Avorio chiedendosi perchè mai dovrebbero scappare da quel paradiso terrestre.
Ovviamente al solo scopo di negare loro a priori ogni diritto d’asilo nel nostro Paese.
“Tutti clandestini” o troppi ignoranti che speculano sulla pelle degli altri, fate voi.
(da agenzie)
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