PERCHE’ IL CENTRO NON SFONDERA’: LA NOSTRA ANALISI PREVENTIVA
ALLA FINE LA COALIZIONE RAGGIUNGERA’ LA STESSA PERCENTUALE INTORNO AL 14% CHE AVEVANO RAGGIUNTO INSIEME FLI-UDC-RUTELLI UN PAIO D’ANNI FA NEL PERIODO MIGLIORE
Partiamo dal “dito alzato” di Fini di ormai un paio di anni or sono.
Se un paziente lettore andasse a rileggersi i sondaggi di quel periodo e sommasse le percentuali accreditate allora a quello che pareva delinearsi come “Terzo polo” (alternativo a centrodestra e centrosinistra, ma non per definizione “di centro”) constaterebbe che la somma di Futuro e Libertà , Udc e Api sfiorava il 14%.
Quel patrimonio è stato dissipato in soli due anni per una serie di ragioni: Fli ha perso la propria identità originaria per strada e ha pagato a caro prezzo l’aver affidato l’organizzazione del partito a persone non all’altezza, l’Udc si è sacrificata sull’altare dell’appoggio a Monti “senza se e senza ma”, Rutelli ha tolto addirittura il disturbo.
L’irrompere sullo scenario politico di Scelta civica di Monti, invece di costituire un valore aggiunto di almeno il 5%, come previsto da molti politologi, si è rivelato un fallimento.
Perchè ha solo eroso consensi ai partiti alleati, cannibalizzando i voti di quella area, ma senza aggiungerne uno.
Quali gli errori?
La coalizione avrebbe dovuto avere almeno altre due gambe per essere credibile: ovvero “Fermare il declino” e un movimento di ex Pdl che potesse fare da richiamo a quell’area in fase di disfacimento.
Questi due partiti avrebbero realisticamente apportato insieme un altro 5%, invece non sono stati voluti da qualcuno nel timore di perdere la scialuppa di salvataggio del miglior resto, diciamolo chiaramente.
Poi un grosso errore strategico: Fini e Casini sostengono, con minore credibilità , il 100% delle tesi di Monti e l’elettore a quel punto vota l’originale e non la copia, per dirla alla Ganfranco.
I tre partiti avrebbero invece dovuto coprire tre spazi distinti: Monti l’anima liberal riformista, Casini la componente cattolica (magari aprendo al gruppo di Fioroni e alla Cisl), Fini la destra sociale attenta ai bisogni dei ceti più deboli.
Operando ogni tanto gli opportuni distinguo e smarcamenti tattici da Monti.
In tal modo avrebbero conservato buona parte del proprio elettorato.
Altro errore, definirsi “di centro”: bastava dirsi “alternativi al bipolarismo di Bersani e Berlusconi”, vedi Grillo che prenderà i voti di tanti moderati sì, ma anche incazzati, sia di destra che di sinistra.
L’appiattimento sulla politica dei tecnici ha ridotti ai minimi termini sia Udc che Fli, più intenti a calcoli elettoralistici per salvare poltrone che a prendere iniziative politiche autonome.
Se a ciò si unisce la capacità del Pd, mettendo in campo Renzi, di risultare credibile all’elettorato liberal in libera uscita dal Pdl e l’estremo tentativo del Cavaliere di recuperare qualche briciola con le sue promesse per i gonzi, si capisce perchè il Centro andrà a sbattere.
Anche per aver venduto il prodotto nel peggiore dei modi: come un “Centro” appunto verso il quale l’elettorale non sente attrazione e tanto meno bisogno e non come un cantiere di di idee riformiste coraggiose e trasversali.
Un partito liberale in Italia, tanto per capirci, non ha mai raggiunto percentuali a due cifre e mai le otterrà .
Con il risultato che la coalizione potrà anche risultare determinante al Senato (e non è detto) ma solo con la prospettiva di conservare qualche poltrona di governo, non certo di incidere sul futuro del Paese.
Se dopo due anni, con l’apporto ulteriore di Monti e la regia di Montezemolo, questo rassemblemant non raggiungesse neanche la somma dei voti accreditati a suo tempo al Terzo polo di Fini, Casini e Rutelli, qualcuno dovrebbe trarne le logiche conseguenza.
Tanto rumore per nulla, verrebbe da commentare.
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