PERCHÉ MELONI HA ORDINATO A GIORGETTI E VALDITARA DI DISERTARE GLI “STATI GENERALI DELLA NATALITÀ”? COME MAI LEI, ”DONNA-MADRE-CRISTIANA”, HA RIFIUTATO L’INVITO?
LA DUCETTA HA PREFERITO SMARCARSI DA TEMI DIVISIVI IN VISTA DELLE EUROPEE. TEMEVA DI FINIRE CONTESTATA DAI CATTOLICI ANCHE PER L’AFFOSSAMENTO DEL “FAMILY ACT”
Salutame ‘a Bergoglio! Come mai la Melona ha ordinato ai ministri Giorgetti e Valditara di disertare gli “Stati generali della natalità”? “Il Foglio” motiva l’altolà con la contestazione di ieri alla ministra della famiglia, Eugenia Roccella.
Giorgia Meloni avrebbe inviato un messaggino a Gigi De Palo, animatore dell’evento e presidente della “Fondazione natalità”, definendo “ignobile” quello che è successo (una trentina di pischelli che ha mostrato cartelli con la scritta “Sul mio corpo decido io”): “Non hai saputo difenderla. E’ stato ignobile”. La sola Giorgia avrebbe quindi imposto agli altri ministri di “esprimere solidarietà e disertare”.
Di sicuro, la “defezione” ha fatto imbestialire il mondo cattolico e De Palo, che oggi, accanto al Papa, ha tuonato: “Ci siamo sentiti abbandonati dalle istituzioni. Come se togliere la parola a un ministro fosse più grave di toglierla a una mamma all’ottavo mese di gravidanza”.
Uno scazzo che ha del clamoroso, se si pensa a quanto successo l’anno scorso, allo stesso evento, con la Meloni che, tra sorrisi e faccette, veniva accolta come una rockstar e si sedeva accanto al Papa di bianco vestita, ignorando ogni protocollo (il “privilegio del bianco” è concesso solo alle regine cattoliche, alle mogli o alle principesse di case reali cattoliche).
Quest’anno, invece, la Ducetta non si è manco presentata agli Stati generali della Natalità, nonostante il tema sia, da sempre, un suo grande cavallo di battaglia (“Io sono Giorgia, donn, madre e cristiana”).
La contestazione alla Roccella, in questo caso, non c’entra, visto che la “Thatcher della Garbatella” aveva già annunciato che non sarebbe andata.
In ballo, tra il governo Ducioni e il mondo cattolicone, ci sono varie questioni rognose e divisive. Innanzitutto, notizia di oggi, l’affossamento del Family act, la riforma varata da Mario Draghi nel 2022 per dare un sostegno organico a famiglie, donne e giovani in funzione della creazione di una famiglia.
Già allora, Fdi, unico partito di opposizione, si astenne. E ora ha deciso di non rifinanziare la gran parte delle deleghe rimaste da attuare (solo l’assegno unico è stato salvato).
Non c’entra l’ideologia, ma il vil denaro: il Governo, in attesa della procedura d’infrazione per deficit in arrivo dall’Ue e alla disperata ricerca di risorse per rifinanziare il taglio del cuneo fiscale, non ha più soldi da spendere.
In più, c’è una ragione di opportunità, legata all’introduzione dei pro-vita nei consultori, inserito con un emendamento nel decreto Pnrr tra gli strali della sinistra. Esporsi ancora, andando all’auditorium della Conciliazione a una manifestazione comunque divisiva, vicino a Papa Francesco che monita su anticoncezionali e aborto, avrebbe solo rinfocolato le polemiche (e perdita di consensi).
(da Dagoreport)
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