PERMESSI DI SOGGIORNO: AUMENTANO DEL 46% I RICORSI AL TAR
I RICORSI AL TAR LIGURIA CONTRO RIFIUTO, REVOCA O MANCATO RINNOVO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO NEL 2009 SONO AUMENTATI DEL 46%… NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI ARRIVATI A SENTENZA, HANNO AVUTO RAGIONE GLI STRANIERI CHE SI SONO OPPOSTI AL RIFIUTO DEL PERMESSO
Gli avvocati specializzati nel diritto degli immigrati, all’avvio della nuova campagna di emersione dalla clandestinità , rivolta alle donne extracomunitarie che aspirano a lavorare come badanti al fianco dei nostri anziani, prevedono un milione di domande di regolarizzazione in tutta Italia e 10.000 solo a Genova.
I legali sono ormai rodati nella difesa legale degli immigrati che non fa quasi notizia l’impennata dei ricorsi al Tar che si è registrata nei primi sette mesi di quest’anno: oltre il 45% di aumento dei processi, di cui già definiti circa la metà .
In oltre il 30% dei casi già sentenziati hanno prevalso le ragioni dello straniero che si è opposto al rifiuto del permesso di soggiorno, alla sua revoca o al mancato rinnovo del permesso.
Solo il 12% dei casi ha visto soccombere in giudizio l’immigrato.
Una netta inversione di tendenza rispetto al passato, quando i no del giudice amministrativo ai ricorsi erano stati del 51%, mentre le vittorie si erano fermate al 35%.
Probabilmente i valori sarebbero più alti se all’accesso alla giurisdizione del Tar non ci fossero degli sbarramenti non dichiarati ma efficaci.
In primo luogo il fatto che la stragrande maggioranza delle sentenze di accoglimento dei ricorsi che smentiscono la posizione di questure e prefetture, non condanna mai il Ministero al pagamento delle spese processuali o al risarcimento del danno.
In secondo luogo il fatto che un ricorso al Tar costa mediamente 1.270 euro: 1.000 da versare all’avvocato, 250 euro per l’iscrizione al ruolo del tribunale e 20 euro per le notifiche.
Cifra che potrebbe scoraggiare molti stranieri, anche quelli più sicuri dei loro diritti.
Anche perchè il patrocinio gratuito dello Stato in questi casi non è previsto.
Accade spesso che il giudice del Tar blocchi le espulsioni e restituisca permessi di soggiorno e nullaosta alla regolarizzazione a stranieri vittime di veri e propri abusi di potere.
A Genova, ad es., era stato negato a uno straniero con permesso di studio, iscritto alla nostra università , l’autorizzazione a restare perchè non tutti gli esami gli erano andati bene.
Il Tar ha precisato però che la legge non prevede che siano premiato solo i promossi.
A un altro straniero il permesso era stato revocato per una semplice denuncia per falso: il Tar ha bacchettato la polizia, avvisando che le indagini di questo tipo devono essere accurate e non sommarie. E prima della restituzione del permesso di soggiorno era arrivata anche l’assoluzione del giudice penale, in quanto il contratto di lavoro presentato non era un falso, ma era vero.
La sensazione è che spesso, nel dubbio, i funzionari di prefetture e questure tendano a sbattere la porta in faccia all’immigrato di turno.
La discrezionalità prevista dalla legge glielo consente. Tanto possono fare ricorso al Tar, sempre che ne abbiamo modo, tempo e quattrini.
I ricorsi così poi fioccano, tanto lo Stato non paga nulla, è lo straniero che deve pagarsi il procedimento.
Ma così facendo, oltre a commettere un’ingiustizia, si finisce per intasare ulteriormente la giustizia amministrativa, quando basterebbe far prevalere il buon senso.
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