“PEZZI DI MERDA NOI? PEZZO DI MERDA SARA’ GRILLO”: LA RIVOLTA DEI PARLAMENTARI CINQUESTELLE
“GRILLO STIA ATTENTO, BASTANO VENTI DI NOI PER FARE UN’ALTRO GRUPPO”…”HA CAMBIATO LE REGOLE IN CORSA PER FARSI BELLO”
«Pezzi di merda noi? Con questo ragionamento potremmo dire che è un pezzo di merda Grillo che ci tratta così dopo tutti gli anni in cui abbiamo lavorato per il Movimento». Alessandro Furnari arriva presto in Transatlantico e cammina su e giù come fosse un animale in gabbia.
«E pensare che io ero considerato un talebano! Non ho mai avuto dubbi sulla linea, non sono mai sceso a compromessi ».
Ora, invece, è in quella lista nera che formalmente non c’è, ma che qualcuno ha già stilato.
Perchè le e mail di Roberta Lombardi e Vito Crimi domenica non sono arrivate a tutti. Erano lettere ad personam, con scritto «vedendo i risultati del sondaggio abbiamo ora bisogno di capire come agirai tu personalmente, ovvero se restituirai o meno l’eventuale eccedenza di diaria non rendicontata e quindi non spesa».
I vertici sono andati a controllare chi aveva risposto al sondaggio interno ai gruppi chiedendo la libertà di coscienza, e hanno chiesto a loro se dopo la minaccia di Grillo — hanno cambiato idea.
Erano 63, quelli che pensavano che la volontarietà della restituzione sarebbe stata l’idea migliore.
Solo una parte terrà duro fino in fondo, ma «se fossimo venti potremmo già dar vita a un gruppo autonomo, che è diverso dal finire nel misto. Avremmo la possibilità di fare le nostre battaglie. Ora però è presto per parlarne, i tempi non sono maturi».
Bisogna far capire che non è una questione di soldi, che il problema è il principio: «Bisogna partire dalla verità altrimenti il Movimento diventa un pallone gonfiato e vuoto dentro. Conta più Beppe Grillo o quello che, come da regolamento, decide l’assemblea?».
Non è solo Furnari, a protestare.
Vincenza Labriola — che ogni settimana lascia a casa due bimbe piccole e di questa storia non vorrebbe più sentir parlare — si sfoga: «Ognuno di noi avrebbe scelto in modo etico. Io posso decidere di fare beneficenza a un’associazione che conosco, che si occupa dei figli dei carcerati, o a un centro tumori, visto che ho avuto casi in famiglia, ma che senso ha decidere per tutti? Pubblicizzare la cosa? E invece eccoli qui, pronti a fare la lista perchè siamo in campagna elettorale e serve una gogna mediatica. Fino alle amministrative non cacceranno nessuno, poi si vedrà ».
Più di uno racconta che non gli importa nulla di essere rieletto: «Io ho chiuso, ho capito tutto e ho chiuso».
Una deputata dice chiaro: «Hanno cambiato le regole in corsa perchè c’è qualcuno che vuole farsi bello, che è già in campagna elettorale».
E un’altra: «Grillo l’altro giorno è venuto a dirci: “Dobbiamo soffrire”, ma non sa nulla di quello che facciamo qui, non sapeva neanche cosa fosse il Def. Dice che abbiamo perso il contatto con la realtà , quelloche vive fuori dalla realtà però è lui. Pensa che si possa stare sempre in campagna elettorale».
E ancora: «Il problema non sono i soldi, sono i modi. Le persone non possono diventare nemici solo perchè esprimono dissenso».
Sembra di sentire Giovanni Favia o Federica Salsi sei mesi fa, prima della loro espulsione.
E invece, sono i cinque stelle in Parlamento, e rischiano di condividerne il destino.
(da “La Repubblica”)
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